Il congresso Ugl e la democrazia rovesciata

Il Consiglio Nazionale dell’Ugl nella seduta del 25 novembre scorso, come si legge sul sito ufficiale della stessa confederazione, ha approvato all’unanimità la proposta del segretario generale Paolo Capone relativa all’avvio di “nuove procedure statutarie per arrivare a breve alla celebrazione del Congresso Confederale che si dovrebbe celebrare entro il mese di marzo”.

Finalmente, hanno pensato gli associati al sindacato, possiamo andare liberamente alle urne sia nelle categorie che nelle strutture territoriali per eleggere i delegati che ci rappresenteranno nella massima assise congressuale.

Anche gli osservatori esterni di questa telenovela, che dura ormai da oltre tre anni, leggendo il comunicato avranno pensato che finalmente si ripristinava il dialogo con gli associati per scegliere la classe dirigente del sindacato dopo le lotte intestine che, in molti casi, sono finite nelle aule giudiziarie e/o hanno visto espulsioni o dimissioni eccellenti che hanno lanciato ombre sulle metodologie di gestione del sindacato.

Lo stesso Tribunale di Roma aveva sentenziato che lo Statuto confederale era stato calpestato proprio in occasione dell’elezione (invalidata) di Capone a segretario generale e nonostante tutto Capone & Co. hanno continuato ad utilizzare il loro potere fino a quando c’è stato il tentativo della Signora Renata Polverini di “detronizzare” il Capone attraverso una raccolta di firme dei componenti il consiglio nazionale che sfiduciavano lo stesso segretario generale.

L’operazione era riuscita in pieno alla Polverini, che forse in vista di un suo, eventuale, mancato rientro in Parlamento, voleva riprendersi la poltrona “tenuta in caldo” da Paolo Capone.

La maggioranza dei due terzi dei componenti il consiglio nazionale aveva firmato la sfiducia e se non fosse stato per il ritiro della firma del gruppo di sindacalisti capitanati da Giancarlo Favoccia, suo vice segretario, oggi il buon Capone sarebbe rientrato al suo lavoro di impiegato di banca.

L’operazione portata avanti da Favoccia e dai suoi ha permesso a Capone di mettere fuori dai giochi sia la Polverini che il suo sodale Stefano Cetica oltre che far rientrare gli “ex rivoltosi” della mozione ripartire dal territorio che si opponeva a Capone.

Insomma la “Pax Romana” veniva proclamata e Capone poteva tranquillamente riprendere a fare ciò che voleva. Con questa premessa la notizia dell’avvio delle “nuove procedure statutarie” per la celebrazione del Congresso non poteva che essere un segnale positivo e da plaudire per la ripresa di un percorso partecipativo all’interno dell’Ugl.

Nemmeno per sogno. Infatti, secondo quanto si apprende da fonti attendibili, le “nuove procedure statutarie” tutto sono tranne che partecipative. Nel senso che gli associati, che rappresentano la base di ogni convivenza democratica all’interno di un’associazione, non verranno consultati per inviare i delegati al congresso confederale.

La nuova trovata di Capone & c. riguarda infatti non l’elezione ma la “nomina” dei delegati al congresso di marzo che verrà effettuata dagli organismi in carica (ovvero non nuovamente eletti con nuovi congressi) delle strutture confederali regionali e dalle federazioni di categoria senza sentire gli iscritti come abbiamo già scritto.

I congressi delle federazione di categoria e delle strutture territoriali verranno invece celebrati dopo il congresso confederale e quindi agli associati viene così impedito di scegliere i delegati al congresso confederale. Le organizzazioni che si definiscono democratiche, chiamano prima gli associati ai congressi dei vari gradi e poi vanno al congresso confederale.

Recentemente il caso del FISMIC, il più grande e importante sindacato autonomo dei metalmeccanici soprattutto nella ex FIAT, ha fatto scuola in quanto ha portato alle urne oltre 38 mila associati per far eleggere direttamente dagli iscritti il segretario nazionale e i delegati al congresso ma è rimasto un caso isolato forse perché troppo democratico.

Questa volta Capone ha superato se stesso prendendo la piramide democratica, che si regge dalla base larga e finisce con il vertice a punta, e rovesciandola completamente. Così facendo la sua “elezione” (sic!) a segretario generale sarà scontata ma….(c’è sempre un ma imprevedibile nell’Ugl) può stare certo che il primo lavoratore, con la tessera dell’Ugl in tasca, che farà ricorso contro queste “nuove procedure statutarie” troverà sicuramente un giudice che annullerà tutto e allora sarà tutto da rifare.

Insomma, non si capisce perché in via delle Botteghe oscure ci sia questa forma di allergia ai processi partecipativi che regolano la vita di tutti i sindacati italiani. Intanto si registra anche il fatto che anche coraggiosi (in altri tempi) sindacalisti si sono appiattiti sulle posizioni di chi avevano demonizzato fino al giorno prima.

In sostanza, mentre ci sono nell’Ugl categorie che non sono più nemmeno ammesse alla firma dei contratti collettivi e sono costrette a firmare per adesione ciò che decidono Cgil, Cisl e Uil il pensiero più importante per i dirigenti di via delle Botteghe oscure è quello di arrivare al congresso prima delle elezioni politiche. Gli associati possono attendere.

Se questo è il primo “progetto di svolta e di rilancio della sigla sindacale che va verso i 70 anni di storia”, come ha dichiarato Capone, non vogliamo minimamente immaginare quali saranno gli altri progetti da realizzare fino al 24 marzo del 2020 giorno in cui si celebrano i 70 anni di esistenza della Cisnal/Ugl.

Una domanda sorge spontanea: ma nel 2020 esisterà ancora l’Ugl? Se non si rimette a posto quella piramide democratica, riconoscendo che è la base che regge tutte le strutture apicali, i dubbi sono più che legittimi.

Commenti

  1. Ma i signori Salvini e Meloni lo sanno che razza di galantuomini si stanno mettendo in casa? Da una parte i lavoratori Enas senza stipendio, dall’altra Durigon e Capone che spendono e spandono per garantirsi un futuro politico, “offrendo” contratti e sponsorizzazioni a tutti che coloro che passano, pirozzi compreso. E’ uno schifo!! L’unica speranza è che vista l’assenza totale di consensi sindacali e di voti qualcuno prima o poi li prenda a calci dove meritano (compresa quella ridicola metaserale)

  2. Chissà come mai l’unico che gli dedica spazio è un certo Antonio Rapisarda, del Tempo di Angelucci. Forse tal Rapisarda ha qualche altro “interesse” con il duo di smilzi? E l’ordine dei giornalisti non dice niente?

  3. Caro Massimo,
    ho letto i due nuovi articoli sulla UGL e prendo atto che nonostante la nuova testata non hai perduto il vizio di raccontare una verità addomesticata e piegata, pur di farla coincidere con la campagna anti-UGL.
    Non pretendo che, come dovrebbe fare qualunque giornalista, tu verifichi le fonti ed interpelli – anche – la fonti ufficiali ma mi spiace che preferisca continuare ad essere strumento dei fabbricatori di veline (che tu chiami voci bene informate). Resta il fatto che ripetere molte volte una bugia non la trasforma in verità.
    Intanto la ricostruzione dei fatti di un anno fa non risponde al vero: racconti di un Capone che, vittima della Polverini fu salvato dall’amico Favoccia senza il quale sarebbe tornato in banca… Non è andata così, come sai!
    La verità è che fu fatta una raccolta di firme per sfiduciare Paolo Capone e per celebrare un Consiglio Nazionale che eleggesse Renata Polverini come nuovo Segretario Generale. L’iniziativa fu fermata proprio da Paolo Capone che, con un gruppo ristretto ma determinato di sindacalisti, si oppose a questo progetto. Le firme non furono mai depositate sia perché non erano abbastanza sia perché si sapeva bene che non si sarebbero trasformate in presenze e voti in Consiglio Nazionale. Fu dunque proprio Paolo Capone – insieme a quella ristretta cerchia di persone che tanto denigri – a fermare quel progetto. Solo dopo Giancarlo Favoccia – seguito poi da molti altri – si sono sfilati dal progetto Polverini ed hanno avuto il merito di farci uscire da una situazione di stallo che rischiava di paralizzare il sindacato.
    Per quanto riguarda il nuovo Congresso voglio smentire un’altra bufala: il percorso congressuale varato nei giorni scorsi è perfettamente rispettoso del nostro statuto e non ci sono rischi di ricorsi. Anzi il “percorso breve” è l’unico modo per rispettare lo Statuto. Per fare un congresso tradizionale ci vogliono 10/14 mesi ma lo statuto permette un rinvio di soli 6 mesi; il risultato è che finora si sono fatti i rinvii e poi non si sono fatti i congressi.
    Ora invece faremo il congresso entro il mese di febbraio. I delegati saranno eletti dalla base e cioè dalle segreterie provinciali territoriali; sono quasi 3000 strutture fatte di sindacalisti di base che rappresentano l’ossatura dell’organizzazione, altro che democrazia rovesciata!
    Anzi la novità di questo congresso va nella direzione proprio del rispetto degli iscritti: i delegati al Congresso Confederale – come i delegati ai congressi di altro livello – saranno eletti in maniera totalmente trasparente ed in base all’effettivo peso della categoria e/o della struttura territoriale.
    Concludi l’articolo chiedendoti se l’UGL esisterà ancora nel 2020. Io credo di si e che sarà sempre più forte ma è solo un’opinione. Quello che posso dirti per certo è che, prima che nascesse Sassate, c’era un altro giornale – mi pare si chiamasse L’ultima Ribattuta – che annunciava ad ogni numero l’imminente scomparsa della UGL. Ora quel giornale non esiste più e l’UGL è ancora qui.
    Ti auguro che Sassate viva un giorno in meno dell’UGL e che quindi abbia una lunga vita.
    Luca Malcotti
    Segretario Confederale UGL

    • Caro Luca,
      Innanzitutto ti ringrazio perché ci scrivi indirizzando a me il tuo commento e, quindi, la risposta del giornale e soprattutto la mia è d’obbligo e rispettosa di un confronto civile e, consentimi, cordiale, che mi pare altri personaggi più in alto di te hanno finora rifiutato. Mi fa piacere che hai letto i primi due articoli riguardanti l’Ugl e sgombro subito il campo da una tua affermazione secondo la quale io racconto “una verità addomesticata e piegata, pur di farla coincidere con la campagna anti-UGL” . Consentimi di farti notare che la Verità quella con la V maiuscola non si piega né si addomestica ma, appunto, si racconta ed io cerco di raccontare quei pezzi di verità che riesco a sapere. Un giornalista poi quando scrive ci mette sempre la sua valutazione su certe verità, siano esse complete o mezze verità. Caro Luca, leggendo il tuo commento mi accorgo che dai, in larga parte, ragione al mio articolo soprattutto quando parli dell’indizione del congresso confederale, oggetto del mio pezzo, e delle “nuove procedure” (così le ha definite Capone) mentre tu definisci “percorso breve” un processo che esclude, in prima battuta, la possibilità di fare i congressi provinciali di categoria che eleggono i delegati ai congressi delle federazioni nazionali e delle Utl e delle Utr che a loro volta eleggono i delegati ai congressi di livello superiore e soprattutto al congresso confederale. Come vedi è una prassi utilizzata da sempre e da tutti i sindacati per rispettare quella piramide che parte larga dal basso con la sua “base” e arriva piano piano fino al vertice con la punta che metaforicamente è rappresentata dal segretario generale. Di contro mi confermi che “il percorso breve” salta il primo tassello e non chiama a far eleggere i delegati ai congressi dei livelli provinciali gli associati ma “delega” ai direttivi in carica (eletti chissà quanti anni fa) delle strutture di categoria nazionali e regionali confederali il compito di “nominare“ i delegati al congresso confederale. Solo dopo la celebrazione del congresso confederale la “base” potrà celebrare i congressi di categoria provinciale e delle Utl. Questo è quello che ho saputo da ”fonti attendibili” e comunque se ho fatto una quadro sbagliato sono pronto ad ammetterlo pubblicamente così tu puoi spiegare se quello da me descritto non è altro che quello che tu definisci “percorso breve”. Capisco i “motivi politici” che vi spingono a fare il congresso confederale prima delle elezioni politiche ma se questa era l’intenzione che avevate perché non avete “avviato” un anno fa le procedure (dopo che Capone aveva più volte detto di voler celebrare il congresso)? Quindi se vuoi definire questa mia interpretazione una “verità addomesticata” ti prego di smentirla e stai tranquillo che ne daremo notizia. L’unica cosa sulla quale posso darti un minimo di ragione potrebbe, il condizionale è d’obbligo, essere la questione della raccolta delle firme organizzata per sfiduciare Capone e il ruolo avuto da Favoccia e “dei molti altri” (così li definisci) suoi seguaci nel ritirare le firme da quella sfiducia che comunque hanno avuto il merito di farvi “uscire da una situazione di stallo che rischiava di paralizzare il sindacato”. Ergo Favoccia, come ho scrfitto io, ha avuto un ruolo determinante in quell’occasione. Non credere per questo che io faccia il difensore di Favoccia che ho incontrato tre volte di cui due alla presenza di Durigon che ha voluto conoscermi. Quella che tu definisci “campagna anti-Ugl” io la definisco campagna a favore degli associati. Chiarito questo aspetto e avviandomi al termine di questa doverosa risposta ti prego di credermi se ti dico, come ti ho già detto privatamente, che io non mi auguro la fine dell’Ugl nel 2020 ma mi auguro una Ugl “diversa” da quella di oggi, che dia spazio al confronto (vero) e rispetti anche chi si permette di dissentire. Comunque quelle cose che tu hai, civilmente e cordialmente, scritto io le scrivo da oltre tre anni aspettando anche una smentita (vera) e non avendo ricevuto nemmeno risposta nel momento in cui abbiamo chiesto all’ufficio stampa dell’Ugl di poter intervistare Paolo Capone mentre sono riuscito a leggere solo offese nei miei confronti lanciate da un ottuagenario che deambula in via delle botteghe oscure e pubblicate sul vostro sito. Infine faccio un annotazione doverosa e relativa ai dipendenti dell’Enas. Forse se gli sforzi per trovare “padrinati politici” fossero stati utilizzati per risolvere il problema Enas oggi tantissimi di questi dipendenti non starebbero con l’ansia di perdere il posto di lavoro. Dimmi qualcosa anche su questo e lascia stare le promesse fatte con l’accordo con Acai che dureranno, come si usa dire, da Natale a Santo Stefano. Infine anche io mi auguro che l’Ugl viva più di Sassate perché i giornali si aprono e si chiudono ma i sindacati dovrebbero essere organizzazioni che si perpetuano nei decenni difendendo gli interessi dei lavoratori e soprattutto facendo sempre più iscritti…
      Con questo dubbio Ti saluto con la stessa cordialità delle nostre lunghe telefonate essendo tu, caro Luca, uno delle (pochissime) persone che nell’Ugl ci mette la faccia e mi raccomando continua a leggerci.
      Massimo Visconti

  4. Ma Malcotti, ripescato alla regione lazio per le vicende di mafia capitale, ha seguito durigon e capone nella lega o ha seguito Augello nell’Ideuzza di quagliariello? Purtroppo quello che manca, a tutti costoro, è il séguito!!

  5. Vedo con piacere che gli articoli sull’Ugl di Massimo Visconti, pubblicati ora sulla nuova testata “Sassate” stanno riscuotendo grande interesse e ridestando il dibattito su questo sindacaticchio che, nonostante tenti una rianimazione con l’ossigeno partitocratico del destrume politicante, sembra sempre più in fase terminale (basti vedere le perdite di rappresentanza, se non la scomparsa della sigla fagocitata da altri sindacati, nelle varie categorie, in primis metalmeccanici, credito e comparto pubblico). La nuova nomenklatura sta puntualmente ricalcando le orme dei suoi maestri-predecessori, tutto “sindacato” e politica per la conquista delle remuneratissime poltrone parlamentari, regionali, comunali e persino municipali (non si butta niente, per carità), senza contare incarichi e prebende varie sfruttando magari le cariche sindacali. La meta finale? Sempre la stessa. L’agognata remunerazione da nababbi (alla faccia dei lavoratori, pensionati, precari, disoccupati), con annessi e connessi, che piazza definitivamente i nostri “difensori dei lavoratori” nel novero degli eterni privilegiati fancazzisti, con tanto di botto finale (scil. Vitalizio).
    Dalla Regione Lazio, al tempo delle memorabili feste con ancelle e teste di porco e con gli euforici vitalizi a 50 anni, farciti con finissima crema pasticcera a base di indicizzazione annuale degli stipendi di assessori (interni ed esterni,) e consiglieri (i loro nomi e le loro imprese sono tristemente notori che non c’è bisogno di ricordarli), partoriti in un blitz notturno come regalo di Natale ai fedeli cortigiani (molti dei quali di provenienza ugiellina, a quel tempo uno per tutti e tutti per uno), su proposta di quel Franco Fiorito, passato alla storia, o meglio alla cronaca nera, come Batman, alle vette estreme del carrozzone parlamentare (http://roma.corriere.it/roma/notizie/politica/11_dicembre_17/20111217ROM03_16-1902568366763.shtml), chi non ricorda le strabilianti imprese sindacali a tutela dei diritti dei lavoratori di questi “sindacalisti nazional-rivoluzionari” e “corridoniani” di ferro, sempre in prima linea per firmare ogni schifezza a ribasso, che loro chiamano accordo sociale: dalla deregulation del lavoro, alla destrutturazione dello statuto dei lavoratori; dalla firma dei contratti a perdere, all’abolizione dell’art. 18; dalla “concertazione” della miseria per lavoratori e pensionati, alla firma dei più beceri diktat antisociali con i vari governi fotocopia destri e sinistri.
    A mala pena tollerata ai tavoli di “concertazione” dalla triade sindacale di regime, l’Ugl ha disinvoltamente condiviso con i suoi fratellastri maggiori tutte le vergognose imprese a danno del mondo del lavoro. L’importante era ed è mantenersi a galla e conservare quel briciolo di considerazione e di compassione da parte dei padroni del vapore per riuscire a sopravvivere.
    “Tengo famiglia” sembra sia stato da sempre il loro motto e per non soccombere e continuare a condurre un tenore di vita al di sopra dei comuni mortali sono disposti a tutto.
    E che si fottano pure i lavoratori e i loro stramaledetti diritti. La vicenda ENAS-UGL, con i dipendenti che attendono lo stipendio da sette mesi, è sintomatica e non ha bisogno di ulteriori commenti.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi Articoli

Rimani in contatto

1,253FansLike
1,323FollowersFollow
2,571SubscribersSubscribe

Ultimi Articoli