A Difesa di tutti, il ministro Trenta annuncia servizio a supporto della PA

A Difesa di tutti, il ministro Trenta annuncia servizio a supporto della PA

15 settembre 2018

Un aiuto concreto a Regioni, Comuni e PA. A costo zero. È partito, infatti, un nuovo servizio attraverso il quale tutte le Pubbliche amministrazioni potranno attingere direttamente al personale delle Difesa in ausiliaria in caso di bisogno.

Ne dà annuncio il ministro Elisabetta Trenta sulla sua pagina di Facebook: “un Comune ha necessità di un ingegnere specializzato? Di un medico? Di un biologo? O di un informatico?
Ebbene, da questo momento il sindaco o un suo delegato potranno contattare direttamente la direzione del personale militare, chiedere se tra le Forze Armate ci sono professionisti in ausiliaria residenti presso il Comune stesso e chiamarli in supporto dell’amministrazione per i 5 anni previsti“.

Come spiega la Trenta, l’istituto dell’ausiliaria è un periodo transitorio durante il quale il militare, in occasione della cessazione del rapporto permanente di impiego e, in alternativa, al congedo in riserva, può essere richiamato dalla Pubblica Amministrazione della sua provincia di residenza per un periodo di cinque anni. Senza alcun costo supplementare per la PA, perché il militare in quei 5 anni continua ad essere pagato dalla Difesa.

«Si tratta di uno strumento che è sempre esistito, ma che la Difesa – nei governi che si sono susseguiti fino ad oggi – non ha mai saputo mettere a disposizione dei Comuni o delle Regioni» commenta, lanciando una neanche tanto velata frecciatina. Ma subito dopo torna umile, ma non troppo: «Un passo, questo, per cui non chiediamo alcun applauso, poiché non solo rientra nei doveri del ministero che guido, ma soprattutto perché è coerente con quanto avanzato dal M5S il 30 luglio 2015 attraverso l’interrogazione parlamentare degli allora senatori Marton, Crimi e Santangelo. Allora ci chiedevamo perché questo strumento fosse disatteso. Oggi, al governo, lo abbiamo messo finalmente a sistema, andando a sostenere anche centinaia di Comuni che, privi dei piani di emergenza per pubbliche calamità, potranno dunque avvalersi di queste pregiate professionalità».