
ACCORDO GASDOTTO POWER OF SIBERIA 2: IL CORTO CIRCUITO GEOPOLITICO
È fresca fresca la notizia che Russia e Cina hanno firmato l’accordo per il gasdotto Power of Siberia 2: 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno in più per Pechino. Nel frattempo, il vecchio Power of Siberia 1 passa da 38 a 44 miliardi.
Tradotto: mentre l’Europa si fa fregare due volte – prima lasciandosi sabotare Nord Stream 1 e 2, poi incatenandosi al costosissimo LNG americano – la Cina ride sotto i baffi e fa jackpot.
Primo: Pechino si prende gas russo a prezzi stracciati e diventa ancora più competitiva, mentre noi – con il nostro geniale Green Deal – ci riempiamo di auto e batterie… indovinate di chi? Dei cinesi, naturalmente.
Secondo: la Cina lega mani e piedi la Russia, comprandole il gas che fino a tre anni fa alimentava le nostre fabbriche. Così Mosca finanzia la sua guerra, e noi finanziamo entrambe: la guerra russa e l’industria cinese. Applausi.
E così arriva il corto circuito geopolitico perfetto:
- L’UE si auto-flagella passando dal tubo russo alla nave americana, illudendosi di “punire” Putin.
- La Russia si rifinanzia grazie a Pechino.
- La Cina accelera la sua crescita con energia a basso costo.
Altro che “irrilevante”, come dice Draghi. In questa partita globale l’Europa è rilevantissima: è il dodicesimo uomo in campo, ma per la squadra avversaria. Tafazzi, al confronto, era un dilettante allo sbaraglio.
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