Aero Club d’Italia, Leoni cerca un Dg che sia un comandante della Pan?
Gli psicologi dicono che lo stress eccessivo porta a decisioni sbagliate soprattutto chi si ritiene, magari sbagliando, un professionista esperto. E negli uffici AeCI di via Beccaria 35 i livelli di stress devono essere molto alti forse per il covid, forse per il percepito senso d’assedio iniziato con il contrastato ritorno del presidente Leoni.
Fatto sta che l’avviso di “Procedura di conferimento di incarico di direttore generale dell’aeroclub d’Italia” si avvia a diventare l’ennesimo scivolone legale e amministrativo che la presidenza Leoni ha portato a compimento. Tralasciamo, per un minimo di carità, i refusi ormai celebri in tutti i documenti AeCI , tralasciamo una sigla sulle pagine che ne garantisca la legalità.
Non è necessario essere dei principi del Foro per capire, esaminato il documento che Sassate pubblica qui, che si tratta, per usare le parole di un avvocato di notevole esperienza, di “una chiamata personale per un nominativo già prescelto dove mancano, solo per pudore, le generalità dell’individuo”.
A far propendere per un simile parere ci sono vari elementi tecnico-legali.
Primo elemento.
Condizioni singolari. Il bando pone “condizioni capestro” che escludono la maggioranza di potenziali interessati restringendo la cerchia a pochissime persone, se non una sola.
Secondo elemento.
Diffusione limitata. Per impedire una più diffusa partecipazione il bando è stato pubblicato, a quanto risulta a Sassate, unicamente sulla pagina internet di Aeroclub d’Italia e neanche in posizione visibile, ma nascosto in mezzo ad altre decine di avvisi.
Se si vuole che partecipi il maggior numero di persone per assicurare il miglior direttore, non si spendono poche centinaia di euro per pubblicare il bando sui giornali magari di settore?
Terzo elemento.
Durata minima. Meno di 8 giorni di durata, in quanto la pubblicazione è avvenuta il 2 ottobre e il bando scadeva il 10 dello stesso mese.
Nessuno o quasi apre il sito internet di AeCI ogni giorno, molti lo fanno solo se sanno che c’è qualcosa di nuovo, quindi è veramente complicato scoprire il bando in tempo utile per far arrivare la domanda.
Perché scegliere una durata così breve se si vuole avere un affluenza regolare di candidati?
Perché quella singolare clausola riguardante un unico candidato?
E che dire della selezione dei partecipanti?
A fronte della richiesta di una preparazione a livello dirigenziale dalla tecnica aeronautica a quella amministrativa, non è fatta menzione della commissione che dovrebbe valutare i vari candidati, anzi sembra accertato che l’unico valutatore intoccabile e inappellabile sia Leoni.
Sappiamo che Leoni è titolare solamente di un brevetto di volo turistico, che mantiene da anni con il minimo delle ore richieste. Niente abilitazione al volo strumentale o acrobatico, tantomeno in formazione, niente volo professionale. Leoni non ha mai partecipato a gare di volo sia nazionali che internazionali negli ultimi 15 anni (forse mai?).
La sua laurea in architettura risale al ’68 (!) e non risulta abbia frequentato corsi di business management anche perché non sa una parola di inglese. Come fa una persona con queste conoscenze a valutare le capacità di un direttore generale a cui sono richieste doti manageriali di primo ordine?
E le norme nazionali sulla dirigenza degli enti di diritto pubblico secondo le quali la durata dell’incarico non può essere inferiore a due anni?
Cosa può fare il più abile dei dirigenti in 12 mesi spesi in un ambiente talmente variegato complesso e litigioso come Aero Club d’Italia?
Evidentemente lo scopo del bando non è trovare un bravo dirigente, ma uno assolutamente malleabile alle richieste di Leoni e della sua corte in primis, probabilmente, di chi gestisce le finanze dell’ente da oltre 18 anni.
E quindi i più smaliziati si preparano già a presentare qualche bel ricorso che andrà a buon fine con nuovo danno per l’ente.
Il fortino del Barone Verde Leoni tuttavia non è a tenuta stagna, e, chiusasi la “competizione”, Sassate ha ricevuto due o tre “soffiate”.
Sembra, ripetiamo, sembra, che le agognate e mirate candidature siano arrivate!!
Qualcuna tesa solo a superare il numero di un solo partecipante, altre con maggiore ambizioni.
Sassate ne ha “intercettate” almeno 4, di tre abbiamo i nomi, del quarto candidato segreto (ma non si tratta di un ente di diritto pubblico?) solo il profilo professionale.
Certo fa un po’ sorridere che per un posto ben retribuito, in un settore interessante come quello del Volo, si trovino solo 4 candidati, ma questo numero non fa che confermare quanto scritto sopra: sono solo i piloti che non sanno chi sarà il nuovo d.g., nelle segrete stanze il nome già c’è!
Il primo a presentare la domanda sembra sia stato il generale dell’A.M. Giuseppe D’accolti che qualche mese fa è stato “allontanato” in poche ore (per usare un termine educato n.d.r.) dalla sua posizione di direttore generale dall’allora commissario straordinario, prof.Guido Valori. Come tante decisioni importanti in Aeroclub, anche questa è rimasta senza motivazioni pubbliche.
Valori, avvocato di consumata esperienza, ha certamente prove inoppugnabili che gli hanno consentito di firmare una lettera di licenziamento dura ed irremovibile nei confronti di D’accolti e di “farlo accompagnare alla porta”.
Qualcuno parla di attività di D’accolti a favore di altri candidati alla presidenza di Aero Club d’Italia che hanno fatto arrabbiare la “segreteria del presidente”, altri fanno cenno a certe sue “leggerezze amministrative” che avrebbero fatto leva sulla sua posizione di istruttore ed esaminatore.
Sembra addirittura che, mentre ricopriva la posizione di direttore generale, D’accolti abbia svolto le funzioni di esaminatore presso una scuola in cui in precedenza aveva fatto l’istruttore, un caso dubbio di conflitto di interessi.
Difficile che Leoni lo “perdoni” e accolga la pecorella smarrita nell’ovile.
La seconda candidatura, che sembrerebbe arrivata in AeCI, sarebbe quella di un colonnello dell’Esercito Italiano in pensione e attualmente istruttore in una scuola di volo di sua proprietà.
Il colonnello Corcione è ben noto nell’ambiente per la spigolosità del suo carattere e per le interpretazioni certamente originali sui regolamenti e la loro applicazione.
Pare tuttavia che la sua candidatura sia resa instabile dal requisito riportato chiaramente nel bando per cui il candidato deve aver svolto incarichi da colonnello (cioè il primo livello dirigenziale nelle forze armate n.d.r.). Al contrario sembra che Corcione sia andato in pensione da tenente colonnello e sia stato promosso solo successivamente.
Nulla di irreparabile perché, dicono gli esperti, potrebbe avere svolto attività di comando documentata pur avendo un grado inferiore, ma certamente un’altra carta in mano a Leoni per decidere a favore o contro la candidatura.
il nome più eclatante che viene sussurrato nei corridoi dell’Aeroclub è quello del generale Gianpaolo Miniscalco, già comandante della Pattuglia Acrobatica Nazionale e che, successivamente, ha ricoperto importanti incarichi dirigenziali sia in Aeronautica Militare che nell’ambito del ministero difesa.
A prima vista sembrerebbe che la candidatura di Miniscalco (sempre che sia reale) sia quella più idonea per dare ad Aeroclub d’Italia un direttore generale che possa veramente preparare una svolta, risolvere gli annosi problemi di standardizzazione delle scuole di volo, elevare i livelli istituzionali dei piloti istruttori ed esaminatori mettere fine o ridurre al minimo il nefasto abusivismo didattico e e soprattutto chiarire definitivamente le modalità gestionali della nuova classe di velivoli tra 450 e 600 kg.
Ma la candidatura di Miniscalco appare quantomeno controversa alla luce del diniego che, solo qualche giorno fa, il capo di stato maggiore dell’Aeronautica aveva opposto alla richiesta di Leoni.
La sua scelta potrebbe significare la rottura definitiva tra la forza armata e l’aero club d’Italia. Miniscalco negli ultimi anni della carriera è stato coinvolto una una sconcertante storia giudiziaria quando lavorava nell’ufficio dell’allora Capo di stato Maggiore generale Pasquale Preziosa.
Successivamente Miniscalco, uscito completamente prosciolto dai guai giudiziari, ha però dovuto subire ugualmente na sconfitta cocente nella corsa alla terza stella che non ha mai raggiunto.
Ed ora ha lasciato l’Aeronautica sbattendo la porta. Indubbio quindi che il generale abbia qualche “sassolino nella scarpa” che col nuovo incarico potrebbe togliersi a tutto svantaggio dell’Aeronautica Militare.
Infine c’è una candidatura che ancora rimane parzialmente nell’ombra.
Sarebbe quella di un ufficiale della Marina Militare. Un risultato, sembrerebbe, della visita di Leoni all’ammiraglio di squadra Treu che avrebbe trovato, tra coloro che recentemente hanno lasciato per limiti d’età la forza armata, un candidato da proporre per Aeroclub d’Italia.
Anche in questo caso si tratterebbe di uno smacco per l’Aeronautica Militare che, dopo 100 anni e la pubblicazione di un bando per un posto che gli spettava almeno per usucapione, vedrebbe la sua posizione ricoperta da un ufficiale di altra forza armata. Anche questa scelta si presenta complessa e irta di difficoltà per Leoni.
Ma al di sopra di tutte queste considerazioni, ben più preponderante è la situazione che il nuovo direttore si troverà ad affrontare in AeCI, stretto da una parte dalla volontà ferrea e politicamente volubile di Leoni e le attività del suo “entourage” che gli fa da corte e supporto e che evita accuratamente che il direttore generale possa prendere iniziative. E’ un meccanismo collaudato e perverso che finora ha impedito a tutti i direttori generali di svolgere il proprio compito in maniera professionale ed efficiente.
Basta dare un’occhiata all’elenco dei direttori generali di AeCI nel periodo in cui Leoni è stato al potere nell’ente da Presidente o da commissario. (leggi qui http://www.aeci.it/chi-siamo-89). La grande maggioranza se n’è andata sbattendo la porta, stanca di dover sottostare alle strambe ondivaghe decisioni politiche di Leoni e alle interferenze della sua corte (ricordate la famosa Zarina?) che gestendo le finanze dell’ente condiziona ogni attività.
Meccanismo perverso e collaudato in oltre 15 anni di esperienze, dicevamo, che potrebbe essere risolto unicamente con l’intervento dei famosi e famigerati i ministeri vigilanti.
“Basterebbe”, ci dice un ex dirigente ministeriale, “modificare le modalità di scelta del direttore generale e rimetterle nelle capacità dei ministeri che poi potrebbero proporre l’approvazione all’intero consiglio federale.”
Altro strumento sarebbe “stabilire una dipendenza tecnico-operativa del direttore generale dagli stessi ministeri almeno per gli ambiti tecnici e di gestione dei piloti e della flotta VDS”, anche questo eviterebbe che le smanie politiche del presidente e il protagonismo di qualcuno della sua corte limiti le capacità del direttore.
In sostanza nonostante le tante carenze legali e funzionali del bando per il nuovo direttore generale alla fine il problema di Aeroclub d’Italia non è tanto CHI sarà il nuovo direttore, ma quanto potrà fare un direttore generale con le mani legate da volontà “politiche”, in soli 12 mesi, con la spada di Damocle di un rinnovo che non arriverà se non avrà soddisfatto i desideri del presidente.
Un modo molto funzionale per non far cambiare nulla.
E intanto all’orizzonte del volo sportivo in Italia si presentano (leggi qui) le tematiche che riguardano la nuova classe di velivoli da 450 a 600 kg. Voci qualificate raccolte da Sassate parlano di litigi pesanti nell’ultima riunione tra ENAC, Aeroclub d’Italia, ministero dei trasporti.
“Situazioni imbarazzanti difficili da risolvere” così le descrive chi era presente. Trovare una soluzione tecnica sarà complesso e richiederebbe una dirigenza AeCI preparata ed esperta che semplicemente, grazie a Leoni, manca!!
Si comprende così l’azione dirompente di ENAC che, con la sua direttiva (riportata qui), tende a prendere il controllo della nuova classe di velivoli esautorando di fatto Aeroclub d’Italia.
Un altro smacco che Leoni porterà a casa dopo aver per mesi sbandierato che le nuove norme EASA avrebbero dato più potere ad AeCI e nascosto le sue inosservanze delle leggi.
Leoni rischia di non poter contare nemmeno sul consiglio federale che è sempre più spaccato ed ostico al presidente e ne contesta la maggioranza delle decisioni.
Qualche bel grattacapo per il Barone verde che ormai naviga a meno di 200 giorni dalle nuove elezioni volute dal decreto che gli ha restituito, per ora, lo scranno più alto di Aeroclub d’Italia.