NOMINE AUTORITÀ PORTUALI: sembravano decise, ma non era stato considerato il “fattore Rixi”

NOMINE AUTORITÀ PORTUALI: sembravano decise, ma non era stato considerato il “fattore Rixi”

13 aprile 2025

Grande è la confusione per le Autorità Portuali: situazione eccellente. Parafrasando la famosa massima del “Grande Timoniere” Mao Tse Tung, questo deve aver sicuramente pensato il vice-Ministro Edoardo Rixi mandando per aria dopo trenta mesi l’accordo per le nomine ai vertici dei 14 porti italiani. Perché qualche settimana fa, sembrava davvero tutto fatto. Accordo complessivo con gli alleati di governo e tutti pronti al via.

Macché. Forte della delega ottenuta dal suo ministro e leader di partito, Matteo Salvini, Rixi ha sparigliato. Prendendosi però subito il primo premio: la nomina del Presidente dell’Autorità Portuale di Genova, la sua città.

Peccato che il prescelto sia una figura di secondo piano, ritenuto dagli osservatori più esperti quantomeno un azzardo per prendere in mano una realtà complessa come il porto più importante a livello nazionale.

Ma andiamo con ordine.

L’ultimo showdown è di circa una settimana fa con l’annuncio del vice-ministro relativo a una lista di nomi ormai completata e alla volontà di annunciarli tutti a brevissima scadenza.

Poi la sorpresa di ieri: all’improvviso, l’invio (come prevede la legge) della lettera al Presidente della Regione Liguria per ottenere il parere sul nome del nuovo presidente dell’autorità di sistema portuale del mare ligure occidentale, ovvero dei porti di Savona, Vado e Genova.

Presidente individuato in Matteo Paroli, già segretario generale del porto di Ancona, poi del porto di Livorno e infine commissario nello stesso porto toscano.

Difficile giudicare se questa improvvisa accelerazione con relativo scorporo del principale porto italiano (fra l’altro sotto gestione commissariale da ben 19 mesi) sia da mettere in relazione con le imminenti elezioni comunali a Genova o se sia frutto di libera scelta di Rixi o direttamente del ministro Salvini.

Scelta che però avrebbe sparigliato le carte e gli equilibri fra i partiti della maggioranza, peraltro disposti a cedere due presidenze alla minoranza (cosa mai accaduta in passato con i governi di centrosinistra in carica), ma che sembrava avessero raggiunto un’intesa su nomi, competenze e appartenenze dei futuri presidenti per ogni porto in ballo.

Secondo voci insistenti la nomina isolata a Genova (che coincide per di più anche con la nomina del comandante del porto nella figura dell’ammiraglio Antonio Ranieri, attuale commissario all’autorità portuale di Messina), potrebbe rischiare seriamente di riaprire i giochi e far ripiombare i porti nell’illogicità che alcune candidature avevano fatto intravedere all’inizio, con l’imposizione di scelte sgradite ai territori e alle stesse comunità portuali.

Le prossime ore saranno decisive specialmente in quei porti dove la scelta del futuro Presidente sembrava essersi ragionevolmente orientata verso chi già conoscesse porto, territorio e sue problematiche e non verso chi verrebbe invece precipitato in uno scalo marittimo sconosciuto solo per equilibri di partiti (e quindi con la necessità di impiegare almeno un anno per scoprire da presidente dove si è finiti, magari provenendo da regioni e addirittura da mondi lontani).

Il tutto in un quadro di riferimento del mercato internazionale e dell’interscambio via mare che avrebbe richiesto da lungo tempo un assestamento definitivo della governance dei principali porti proprio per far fronte ai cambiamenti in atto e alle sfide che si profilano all’orizzonte, in particolare nel bacino Mediterraneo.

L’auspicio del mondo portuale e marittimo è ora che alcune candidature che sembravano certe restino tali, specie se caratterizzate da una esperienza in loco pluriennale: sono i casi di Trieste, con Antonio Gurrieri (già segretario generale), Massimiliano Grasso (già dirigente del porto per oltre vent’anni e candidato sindaco di FdI a Civitavecchia), Luca Lupi (segretario generale a Palermo e braccio destro di Pasqualino Monti), Bruno Pisano (già presidente degli spedizionieri doganali a La Spezia e gradito a tutta la Community locale).

A Venezia si profilerebbe un confronto fra Alberto Rossi (direttore di Assarmatori) e Matteo Gasparato (già uomo di vertice dell’interporto di Verona); Federica Montaresi parrebbe destinata a trasferirsi da La Spezia (dov’è già commissario) ai porti sardi.

E per finire a Napoli il veto al terzo mandato di De Luca in Regione, potrebbe adesso riaprire la partita che sembrava chiusa sul nome di Andrea Annunziata (già sottosegretario ai Trasporti di un governo Prodi).