AeCI allo sbando: comunicazioni sbagliate agli utenti, ENAC reclama il controllo dei VDS
È cominciata già in salita la strada del nuovo direttore generale di Aero Club d’Italia: il generale Miniscalco, forte della sua esperienza, si è già reso conto che l’ambiente nel quale deve operare non è quello professionale e collaborativo dell’Aeronautica Militare.
Il governo Conte ha emanato il nuovo decreto che stabilisce tre diverse zone di confinamento per il nostro Paese. In passato, e qui si vede la mano di Miniscalco, Aero Club d’Italia è sempre stato reticente nel fornire indicazioni su come svolgere l’attività di volo. Forse era meglio cosi? Chissà.
Stavolta invece l’ente ha lanciato immediatamente un comunicato. Lo stile, dispiace dire, non è cambiato. Non c’è un’intestazione, non c’è una firma, non c’è una data. In pratica il comunicato più strampalato che un ente di diritto pubblico per la promozione del volo potesse emettere.
In primis, lo dicono molti legali che lo hanno letto, Aero Club Italia non ha l’autorità per vietare che si possa volare – eventualmente è competenza dell’ENAC – né spetta ad AeCi indicare come ogni cittadino debba regolarsi con gli spostamenti.
Aero Club Italia dovrebbe, ripetiamo, dovrebbe promuovere il volo, quindi aiutare le persone a volare in modo corretto, non il contrario. In molti casi, invece, a cercare di sembrare autorevoli si rischia solo di dimostrare di essere autoritari.
Ma i fronti, per il generale Miniscalco, sono più di uno.
Gli aeroclub federati non ci stanno più. Pubblichiamo (leggi qui) la lettera del presidente dell’aerocub di Catania che ospita una delle più importanti scuole di volo sia turistico che professionale. Il presidente, che pure in passato è stato stretto collaboratore di Giuseppe Leoni, esprime la sua “grande amarezza” per la scelta del Barone verde e di tutto il consiglio federale (sig.ra Accetto, sig. Porta, sig. Fracasso, sig. Bianchetti) di “ripristinare un emolumento aggiuntivo per un incarico di alta professionalità a favore di una dipendente dell’ente”.
Il tutto, continua la lettera, mentre a ci sono molti dubbi “financo sulla sopravvivenza di molti aeroclub”. E il gen. Miniscalco si becca anche la sua prima tirata di orecchi perché, certo su suggerimento di collaboratori poco avveduti, ha risposto negativamente alle richieste dell’aeroclub di Catania senza ricorrere, come previsto al Consiglio federale.
L’altro fronte istituzionale, è quello che si apre alla 8° commissione del Senato, dove viene affrontato l’affare n° 427 che porta come oggetto “Problematiche attinenti il volo da turismo e da diporto sportivo”. Il 3 novembre, potete vedere il video qui (clicca qui)
I senatori, guidati da Coltorti che già in passato s’è occupato di volo da turismo e ultraleggero, ascoltano il direttore generale di ENC, dottor Quaranta e per Aero Club d’Italia, né il presidente Leoni né il direttore generale, ma l’esimio professor Ricci.
Ve lo ricordate? Ricci, quello unto dal Barone, divenuto vicepresidente FAI per l’Italia senza che né presidenti né atleti lo sapessero, che è presidente della commissione VDS.
L’audizione del prof. Ricci è, a giudizio di centinaia di piloti di volo libero e a motore, quanto di più esilarante e fuorviante si possa immaginare.
Difficile riportare qui le migliaia di commenti che su tutti i social attinenti al volo si sono rincorsi sulle “esternazioni” di Ricci.
Riportiamo solo quelle più “toccanti” che hanno suscitato ironia, ma anche infinita amarezza in tanti piloti che non si sono sentiti rappresentati.
La prima riguarda la proposta di dotare parapendio e deltaplani (delle semplici “vele”) di una targa identificativa “magari con un QR code” al fine, e qui c’è veramente da ridere, “di legare più intimamente i piloti all’Aero Club d’Italia”. Già perché la domanda rivolta a Ricci dal senatore Briziarelli è molto chiara “quanti piloti e operatori del volo Aero Club Italia rappresenta rispetto al totale?”
Per evitare risposte concrete, Ricci s’inerpica su soluzioni tecniche assolutamente improponibili già scartate da anni da commissioni dell’Aero Club. La risposta vera Sassate l’ha raccolta sui campi di volo. Per deltaplani e parapendio il riferimento è la Federazione Italiana Volo Libero, FIVL (diventata associazione per una imposizione di Leoni) che raccoglie il 90% dei praticanti: 4500 iscritti provenienti da oltre 130 club. E perché questi piloti e club non entrano in Aero Club d’Italia?
Anche qui una risposta chiara e che riportiamo testualmente “AeCI non fornisce alcun servizio al volo libero, AeCI è percepito quale ente inutile, burocratico, di ostacolo alle iniziative sportive. AeCI è un puro costo, troppo elevato senza benefici e senza alcun tipo di ritorno.
” Una prova inequivocabile di quello che affermano i piloti di volo libero è l’immagine qui a fianco dove si vede la distribuzione delle scuole di volo libero nel nostro paese. E pensare che in Italia abbiamo clima e orografia da sogno per questi sport che in altri paesi diventano un volano turistico e generano indotti rilevanti per il settore. E i corsi istruttori di volo libero? Fermi da anni anche quelli per favorire chi sostiene Leoni.
Ricci da bravo universitario non si accontenta di una gaffe, ne vuole mettere insieme un certo numero. Così il professore, che sfoggia il titolo di pilota da turismo e di parapendio, si avventura a dichiarare, con sicumera, che “il paracadute balistico è obbligatorio per la classe dei vds avanzati”.
Nulla di più fuorviante perché, lo dice la legge, l’obbligo riguarda solo gli apparecchi identificati successivamente al 30 giugno 2011 se prodotti industrialmente anche in kit di montaggio, mentre per gli autocostruiti il termine slitta al gennaio 2013. E l’obbligo riguarda sia i basici che gli avanzati. Leggete qui.
Poi Ricci si lancia a spiegare come da tempo AeCI abbia chiesto (a chi?) di avere un dipartimento tecnico che oggi sarebbe utile per gestire al meglio i VDS e la nuova classe di velivoli.
Da tempo? Richieste? Meno male che i Romani hanno inventato la burocrazia e gli austroungarici l’hanno rafforzata. Dove sono le istanze di AeCI prof. Ricci? Dove i dinieghi? Dove la reiterazione della richiesta? Dove le vibrate proteste? Non c’è un solo cenno nelle comunicazioni ufficiai e non di AeCI di una simile iniziativa.
Ma la perla con la quale il prof. Ricci incorona il suo intervento bislacco è quello che riguarda la sicurezza volo. Ricci per parlare di sicurezza s’avventura nella descrizione delle funzioni del paracadute balistico del velivolo, continua affermando che per un velivolo VDS piste di 600 m sarebbero corte,. S’inerpica dicendo che alzare il peso dei velivoli da 475 a 600 kg consentirà di portare più bagaglio durante i voli turistici.
Non una parola su quello che tutti gli esperti internazionali e l’Agenzia Nazionale Sicurezza Volo ritengono l’elemento dominante negli incidenti: il fattore umano causato dalla carenza endemica di programmi di diffusione della cultura del volo che sarebbero responsabilità di AeCI.
Come fa Ricci ad affermare con sicumera che AeCI ha un sistema formativo di eccellenza, quando le evidenze tecniche denunciate da ANSV dicono il contrario?
Dobbiamo ricordare le scuole che usano piloti non qualificati istruttori per insegnare a volare agli allievi? La didattica abusiva? L’istruttore che, lo dice una relazione ANSV, monta male un particolare del motore e procura un incidente? L’esaminatore che tenta di registrare un velivolo da acrobazia da 600 kg come VDS? Decine di istruttori che nascondo gli incidenti? Esami più o meno combinati? Le voci d’intervento di un direttore generale per raccomandare di bocciare un allievo che aveva cambiato scuola di volo?
Persone prontamente rimosse, direte voi, dalle loro funzioni con AeCI. Macchè!
Leoni le annovera ancora tra coloro che tengono corsi di aggiornamento istruttori.
Ma Ricci queste cose le sa? La situazione è grave in ogni caso: se non le sa perché è presidente della commissione tecnica VDS. Al contrario, se le sa, perché avrebbe mentito davanti ad una commissione del Senato.
Eppure il dott. Quaranta e l’ing Niccolai di ENAC gli avevano offerto un assist affermando che la formazione continua dei piloti è la chiave di volta per un settore al massimo livello di sicurezza.
Dalle 2 audizioni infine emerge in maniera lampante una concreta inadempienza di Aero Club d’Italia che si protrae da almeno 18 anni, cioè esattamente la permanenza di Leoni al vertice dell’ente. Come anticipato qualche giorno fa, da quello che dice il prof. Ricci e il direttore generale di ENAC scaturisce che tutti sapevano che molti velivoli della flotta VDS (8/9000 velivoli!) controllata da AeCI sono fuori norma. Leoni cosa ha fatto? E che farà una commissione del Senato della Repubblica di fronte a questa rivelazione che ha potenziali conseguenze sulla sicurezza?
Il castello che Leoni stava cercando di costruire per nascondere le sue inadempienze tecniche di vent’anni si sta lentamente sgretolando. Il primo risultato, prevedono gli esperti, sarà che ENAC entrerà di forza nel settore VDS, con le sue regole, i suoi tempi, i suoi costi. L’effetto sul settore VDS rischia di essere dirompente.
D’altronde, come molti, anche la redazione di Sassate ripone grande fiducia nelle doti professionali e umane del gen. Miniscalco, ma certo la rotta che s’appresta a seguire, oltre ad essere irta di difficoltà tecniche, si sta rivelando anche piena di sedicenti collaboratori poco affidabili.
Quanto ci vorrà al generale per raddrizzare una barca che fa acqua da tutte le parti?