AGCM: a un passo dall’addio, arriva la “sparata” del presidente grillino Rustichelli sulle gare per le concessioni idroelettriche

AGCM: a un passo dall’addio, arriva la “sparata” del presidente grillino Rustichelli sulle gare per le concessioni idroelettriche

24 settembre 2025

Non si richiederebbe un chissà quale grande grado di preparazione, basterebbe leggere. Ma evidentemente il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato non ha molto tempo per approfondire dossier che in realtà dovrebbe conoscere come l’Ave Maria.

Come un fulmine a ciel sereno, Roberto Rustichelli (e non è neppure la prima volta), ha sentito il bisogno di dimostrare al mondo la sua esistenza, cimentandosi con tesi che — più che ultra-liberiste — appaiono assurde. Per di più ha pensato di farlo su un argomento, le concessioni idroelettriche, che forse era convinto avrebbe suscitato il plauso di autorevoli commentatori, quegli stessi negli ultimi mesi hanno fatto capolino qua e là sui media nazionali.

Dopo Giavazzi, che come è noto gode(va) della grande stima di Mario Draghi, ora è insomma il turno di Rustichelli, che tra i suoi grandi sponsor annovera Giuseppe Conte, Roberto Fico e in generale il Movimento 5 Stelle. Non proprio campioni della concorrenza e del libero mercato.

Perché Rustichelli, che per anni è stato quasi trasparente, negli ultimi mesi si è lasciato andare a una serie di improvvidi proclami sugli argomenti più disparati fino a ergersi a paladino delle gare per il rinnovo delle concessioni idro? A mal pensare verrebbe da dire che il tempo per approfondire non c’entra nulla e che forse la volontà era diversa: guadagnarsi un altro “posto al sole”. Finalmente i riflettori, o al limite qualche titoletto sui giornali.

Il problema è che i temi energetici non sono solo strategici per il Paese, ma sono anche delicati e complessi. Il rischio di ritrovarsi dietro la lavagna con il cappello da somaro è altissimo. E non a caso negli ultimi mesi sono stati bocciati senza appello mostri ben più sacri di Rustichelli.

Per le concessioni idroelettriche “è necessario adottare in maniera sollecita procedure di gara”, ha detto Rustichelli, spiegando che ci siamo impegnati con l’Europa a non prorogare le concessioni esistenti perché si determinerebbe “un significativo vulnus all’efficienza produttiva del settore, rischiando di scoraggiare gli investimenti e di perpetuare per gli attuali concessionari rendite di posizione che non appaiono più in alcun modo giustificate”.

Forse le authority del mercato degli altri paesi non funzionano, dato che siamo gli unici (o quasi) in Europa a prevedere le gare. L’Italia è, infatti, l’unico Paese ad aver previsto gare per le concessioni idro e così facendo ha messo a repentaglio la sicurezza energetica del Paese, rischiando di cedere asset per noi strategici a fondi stranieri, desiderosi di mettere le mani su un tesoro così prezioso. Non solo, ma la normativa italiana presenta una durata delle concessioni tra le più basse in Europa (40 anni vs. nessun limite in Norvegia e Svezia e 75 anni in Francia). Si tratta di dati pubblici, presenti in decine di autorevoli studi del settore. Basterebbe leggerli.

Peraltro, particolare non da poco, il documentatissimo Rustichelli si è perso il fatto che in Francia, proprio poche settimane fa, sono state riassegnate con gran plauso di tutte le parti, Europa compresa, le concessioni idro: le stesse per cui lui in Italia grida allo scandalo. Per carità, le gare potranno anche essere una soluzione ma non si dica che sono l’unica decisione degna di un paese civile!

Insomma, altro giro, altra castroneria. Nel suo concionare sull’energia, Rustichelli ha citato anche le bollette esorbitanti che pagano le imprese del Paese. Nel 2024 però le aziende manifatturiere hanno pagato in media 220 €/MWh: meno delle tedesche (230), più di francesi (180) e spagnole (140). Con una differenza del 12% rispetto alla media europea.

Non sono dati che passano su segrete chat di Telegram o nascosti nelle cassette di sicurezza della Gringott, l’inviolabile banca del mondo di Harry Potter: sono i dati ufficiali di Eurostat.

Persino gli acciaieri come Arvedi, che hanno investito in una campagna pubblicitaria sui principali quotidiani del Paese per lamentare quanto si paghi di più l’energia in Italia, sono stati sbertucciati da chi ha avuto l’accortezza di fare un minimo di calcoli.

Morale, tante fake news, poco mercato e moltissimi strafalcioni. Uno scivolone tale da far pensare che più che al bene del mercato, Rustichelli stia pensando al momento più alla sua poltrona. Già perché, ma è sicuramente solo una coincidenza, il suo incarico è agli sgoccioli. L’alternativa è semplicemente che il presidente dell’Agcm non abbia alcuna voglia di leggere e documentarsi.