ANAS, al via le grandi manovre
A partire da oggi sono soppresse: la direzione Affari Istituzionali, quella Commerciale, lo Sviluppo e Gestione Partecipazioni e le Relazioni Esterne e la Comunicazione. I sali. Presto. Portate i sali.
Ecco il nuovo modello organizzativo della Direzione Generale:
La gestione dei rapporti istituzionali (parlamento, ministeri, enti territoriali) e quella dei rapporti istituzionali internazionali confluiranno nell’ambito della Direzione Affari Istituzionali e Media. Alla nuova struttura denominata “Relazioni esterne e Comunicazione” spetterà il compito di gestire i rapporti con il mondo dell’informazione e della comunicazione interna ed esterna.
La gestione del rapporto con i clienti e la promozione dell’immagine aziendale e tutto ciò che vi è connesso verranno inseriti nella nuova struttura chiamata “Servizio al Cliente e CSR”.
Sebbene al momento la direzione Affari Istituzionali e Media (insieme al Societario) siano affidate in staff all’Amministratore Delegato e Direttore Generale, si vocifera che presto arriverà un super manager da FS a gestire tutto l’ambaradan. Con tanto di caramelline al limone avanzate dall’8 marzo (leggi qui).
Viene istituita la struttura “Assetto Economico Rete” in line alla Direzione Operation e Coordinamento Territoriale. La Direzione Legale e Societario cambia nome e diventa “Direzione Legale”.
Nella nuova struttura “Controllo Partecipate” (posta in staff all’altrettanto nuova “Pianificazione e Controllo”) finirà appunto l’amministrazione delle società partecipate.
Alla nuova struttura denominata “Patrimonio Immobiliare” competerà il coordinamento delle iniziative commerciali relative appunto ai beni immobili.
Licenze, concessioni, autorizzazioni a campagne pubblicitarie, accessi, gestione degli impianti e dei servizi tecnologici verranno gestiti dalla nuova struttura “Licenze e Concessioni”.
La gestione degli affari societari delle partecipate sarà affidata alla nuova struttura denominata “Segreteria organi di amministrazione e di controllo Società Partecipate”.
Per farla breve, molti direttori (o aspiranti tali) sono stati declassati. O quantomeno da oggi in poi dovranno rendere conto del loro operato a un superiore.
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