Banche, il pericolo MREL si aggira per l’Europa

Banche, il pericolo MREL si aggira per l’Europa

24 dicembre 2017

MREL. Ovvero “Minimum Requirement for own funds and Eligible Liabilities”. È il nuovo fantasma che si aggira per l’Europa dei super burocrati e del potere bancario. L’ha evocato oggi su Il Tempo nel proprio editoriale sotto forma di lettera al direttore l’informatissimo Luigi Bisignani.

Si tratta di un meccanismo che andrà a pieno regime da gennaio del 2019 che renderà il già doloroso bail in un ostacolo insormontabile, specie per le banche di sistema. In pratica introduce un criterio che obbligherà le piccole banche a includere nel capitale da “bail in izzare” non solo le azioni e le obbligazioni secondarie ma anche le passività bancarie. Leggasi sofferenze.

Se questo criterio non verrà aggiustato in sede europea addio credito alle Pmi e alle persone fisiche. In pratica gli istituti di credito si trasformeranno in casseforti dove deporre il denaro punto.

Addirittura per le banche di sistema, tipo Unicredit e Intesa, è prevista a partire da gennaio 2019, una “long extended version” di questo MREL che si chiamerà “TLAC”. Ovvero “total loss absorbing capacity”.

Al di là degli acronimi, anzi sciogliendoli, si capisce la differenza: le banche non di sistema avranno un minimo comune denominatore determinato caso per caso e anno per anno dalla Bce seguendo il quale dovranno adattare la capitalizzazione al rischio che i crediti deteriorati o non performanti potrebbero avere nei singoli casi.

Una sorta di fattore in più da mettere al numeratore di un algoritmo che comunque sia prosciugherà quasi tutta la liquidità per i prestiti. E che richiederà tali e tante garanzie che nessuno li chiederà più o quasi.

Per le banche di sistema invece il requisito richiesto sarà “total”, cioè globale e corrispondente a tutte le obbligazioni anche di imprese o di titoli di stato tenuti in pancia.

Compresi i famigerati derivati. Praticamente ogni fattore di rischio dovrà avere un requisito di garanzia patrimoniale entro standard che la Bce indicherà, con livelli minimi e massimi per ciascuna banca.

Stiamo quindi avvicinandoci a grandi passi alla Caporetto del sistema bancario italiano, sostiene Bisignani, e intanto la Commissione parlamentare sulle banche italiane, quella presieduta da Pierferdinando Casini, che fa?

Possibile che si occupi solo di Banca Etruria, della sottosegretaria Maria Elena Boschi e di curare la campagna elettorale di Grasso e dei Cinque stelle?