Bayrou, l’attacco scomposto all’Italia e il vero nervo scoperto: Edison

Bayrou, l’attacco scomposto all’Italia e il vero nervo scoperto: Edison

01 settembre 2025

Che l’uscita di François Bayrou contro l’Italia fosse priva di fondamento lo ha chiarito subito Palazzo Chigi, ricordando come il nostro Paese non pratichi alcun “dumping fiscale” e anzi abbia persino aumentato l’onere del regime forfettario per i neo-residenti. Ma il punto non è tanto la sostanza delle accuse, quanto la tempistica e l’intenzione politica.

Perché Bayrou, alla guida di un governo francese traballante e virtualmente già sfiduciato, sceglie proprio ora di puntare il dito contro Roma? La spiegazione più semplice è anche la più probabile: distrarre l’opinione pubblica dai guai interni. Ma c’è chi intravvede una seconda chiave di lettura, ben più strategica: il dossier Edison.

La controllata italiana di EDF, con asset energetici di prim’ordine e una valorizzazione che potrebbe oscillare fra i 5 e i 6 miliardi, è al centro di riflessioni sul futuro assetto proprietario. A Parigi cresce il timore che, in caso di vendita, la golden power italiana venga usata per scoraggiare fondi esteri, aprendo la strada a un’acquisizione “facilitata” da parte di ENI, magari a un prezzo inferiore a quello che emergerebbe da un’asta realmente competitiva.

L’attacco di Bayrou, dunque, potrebbe essere letto come un avvertimento politico-preventivo: attenzione, non usate lo strumento della golden power per chiudere la partita Edison a vostro vantaggio.

Al netto delle dichiarazioni ufficiali, il dato politico è che i francesi sono molto nervosi sul futuro degli asset energetici nel nostro Paese. E quando Parigi attacca frontalmente Roma, spesso lo fa non per ideologia, ma per difendere i propri interessi industriali.