
Bayrou, l’attacco scomposto all’Italia e il vero nervo scoperto: Edison
Che l’uscita di François Bayrou contro l’Italia fosse priva di fondamento lo ha chiarito subito Palazzo Chigi, ricordando come il nostro Paese non pratichi alcun “dumping fiscale” e anzi abbia persino aumentato l’onere del regime forfettario per i neo-residenti. Ma il punto non è tanto la sostanza delle accuse, quanto la tempistica e l’intenzione politica.
Perché Bayrou, alla guida di un governo francese traballante e virtualmente già sfiduciato, sceglie proprio ora di puntare il dito contro Roma? La spiegazione più semplice è anche la più probabile: distrarre l’opinione pubblica dai guai interni. Ma c’è chi intravvede una seconda chiave di lettura, ben più strategica: il dossier Edison.
La controllata italiana di EDF, con asset energetici di prim’ordine e una valorizzazione che potrebbe oscillare fra i 5 e i 6 miliardi, è al centro di riflessioni sul futuro assetto proprietario. A Parigi cresce il timore che, in caso di vendita, la golden power italiana venga usata per scoraggiare fondi esteri, aprendo la strada a un’acquisizione “facilitata” da parte di ENI, magari a un prezzo inferiore a quello che emergerebbe da un’asta realmente competitiva.
L’attacco di Bayrou, dunque, potrebbe essere letto come un avvertimento politico-preventivo: attenzione, non usate lo strumento della golden power per chiudere la partita Edison a vostro vantaggio.
Al netto delle dichiarazioni ufficiali, il dato politico è che i francesi sono molto nervosi sul futuro degli asset energetici nel nostro Paese. E quando Parigi attacca frontalmente Roma, spesso lo fa non per ideologia, ma per difendere i propri interessi industriali.
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