Calcio: anonimi e veleni stanno portando a fondo Malagò e Micciché
Tira una brutta aria sul Presidente del CONI, Giovanni Malagò e sul suo protetto al vertice della Lega Calcio, Gaetano Micciché.
E non soltanto per il logoramento di Megalo’ (copyright Dagospia) nella guerra senza tregua per tentare di riportare a casa la gestione dei finanziamenti pubblici allo sport, ma per una vicenda che sta scuotendo il mondo del pallone.
In FGCI è arrivata una lettera anonima che è una vera e propria denuncia dettagliata per dimostrare la nullità dell’elezione di Micciché alla guida della Lega. Con l’invito ad ottenerne le dimissioni ed evitare così più gravi conseguenze di ordine giudiziario.
Il punto di partenza, è molto semplice: il nome di Micciché, in base allo statuto e al regolamento, doveva essere votato a scrutinio segreto. Invece, malgrado i richiami in assemblea, Malagò avrebbe forzato la mano, arrivando al punto di non far neppure scrutinare le schede, pur di raggiungere l’obiettivo di un’unanimità che sarebbe stata solo di facciata. Sostenuto, in questo, sia dal Presidente della Juve, Andrea Agnelli, che dal vice della Roma (la sua squadra del cuore), Mauro Baldissoni.
E adesso, oltre che per la nullità dell’elezione del suo protetto, Malagò rischia pure per la sua poltrona al vertice del CONI. Oltretutto, in un momento di ulteriori polemiche per le sue smanie di protagonismo, che lo vedono al centro anche di una brutta gaffe con il neo-ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, molto seccato per essere stato coinvolto nelle sue manovre contro Rocco Sabelli, il Presidente e a.d. di Sport e Salute (ex- CONI SERVIZI) che ora gestisce i finanziamenti statali per le varie discipline sportive. Uno “scippo” di competenze insopportabile per Megalo’.