Cdp e FII:dopo Pace, cacciato anche Montanino; con Bertone AD, ecco la Presidente Poggiali, voluta da P.Chigi

Cdp e FII:dopo Pace, cacciato anche Montanino; con Bertone AD, ecco la Presidente Poggiali, voluta da P.Chigi

23 maggio 2022

La diatriba e lo scontro per la nomina del nuovo CDA del Fondo Italiano d’Investimento, si è concluso -come preannunciato da Sassate- con la cacciata di Pace (era stato nominato dai 5 stelle e quindi aveva una colpa a vita), ma anche del Presidente Andrea Montanino cioè di quello che più di tutti aveva combattuto contro Pace per poterne occupare il posto. Pare che su di lui abbia pesato il veto assoluto degli altri soci, in primis di Banca Intesa. Lo considerano un uomo da Centro Studi, totalmente inadatto a guidare un fondo che dovrebbe essere dinamico. Dopo settimane di resistenza,  alla fine Scannapieco ha dovuto cedere ed ha scaricato un amico di vecchia data (che peraltro non aveva neppure nominato lui).

E con chi è stato sostituito?

Beh, con una donna, ovviamente, secondo le nuove imposizioni di Palazzo Chigi firmate Giavazzi-Funiciello. Ma non una donna brava, in gamba, esperta: semplicemente con una donna.

Che era, appunto, la richiesta dei “cervelloni” di Palazzo Chigi.

Ha vinto la lotteria della “parità di genere“ Barbara Poggiali, donna dal curriculum importante e dalle doti sconosciute ai più. Lo sanno benissimo quelli di Leonardo che decise di affidarle la Divisione Cyber security dopo la cacciata di Biraghi: lì non fu inconcludente, solo trasparente. Nel senso che non esistono prove del

suo passaggio e del suo lavoro se non per i bonifici che ricevette con lo stipendio. Per tre anni sotto la sua guida la divisione è scomparsa, si è ibernata, ha perso treni, gare, personale. Ma è servita a fare curriculum e lanciarla verso un altro ruolo prestigioso da interpretare con stile, eleganza e null’altro: sotto il vestito, niente.

E così adesso, grazie alle lungimiranti scelte di Scannapieco e dei suoi sodali draghiani doc, il FII vivrà di nuova luce nelle sicure mani di Poggiali e dell’ultra’ calendiano Davide Bertone, di cui Sassate si è già occupata.

Nell’indifferenza della CONSOB, che invece dovrebbe esercitare i suoi poteri di controllo su una SGR dalla “mission” tanto delicata.