Continua nell’indifferenza generale (e a vantaggio della GdF) l’agonia delle Capitanerie di Porto/Guardia Costiera
Tutto è cominciato con la famigerata legge Madia durante il governo Renzi, con l’attribuzione di maggiori poteri in mare alla Guardia di Finanza, sminuendo e depredando i compiti fino ad allora di esclusiva competenza del Corpo delle Capitanerie di Porto. Salvo poi scaricare sulla Guardia Costiera le responsabilità delle tragedie relative ai migranti.
Fin qui il disastro per quanto riguarda la parte normativa, che non sembra turbare più di tanto il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, da cui dipende funzionalmente pur essendo un Corpo della Marina Militare.
Come se non bastasse questa indifferenza, a dare il “colpo di grazia” alle attività della Guardia Costiera, è arrivato negli ultimi anni il cosiddetto “interpello” sul metodo d’impiego del personale graduato. Un metodo che detta i periodi massimi di permanenza in una determinata sede e che quindi stabilisce i trasferimenti dei sottufficiali (compresi quelli con più di 50 anni) anche a centinaia di km di distanza dal luogo di residenza delle famiglie, con conseguenze facilmente immaginabili.
L’“interpello” ha così finito per provocare centinaia (forse addirittura migliaia) di pensionamenti anticipati, transiti all’impiego civile, famiglie disgregate etc etc. E ora si attende con preoccupazione -come al solito tra novembre e dicembre- la nuova stesura di questo contestato strumento, che rappresenta un “unicum” nel comparto della Difesa e dell’Interno, almeno per quanto riguarda le specifiche modalità di attuazione.
I motivi della prolungata agonia del Corpo delle Capitanerie di Porto non finiscono qui. Perché nel frattempo la famigerata legge Madia ha provocato un disastro anche per quanto riguarda il parco navale della Guardia Costiera, con motovedette vecchie che vengono perfino cannibalizzate per renderne qualcuna operativa. Ma per questi mezzi non ci sono fondi.
Esattamente il contrario di ciò che avviene per la Guardia di Finanza, che grazie a Frontex e a dicasteri come quelli delle Politiche Agricole e dell’Ambiente, riesce sempre a trovare nuovi stanziamenti e a potersi dotare di motovedette nuove, veloci ed efficienti.