Crisi dell’auto: cercasi urgentemente politica industriale

Crisi dell’auto: cercasi urgentemente politica industriale

19 dicembre 2024

“Attribuire la crisi del settore auto europeo al green deal è una narrazione fuorviante”. Così si è recentemente espresso Michele Crisci, presidente dell’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri.

Dichiarazioni, quelle dell’alto funzionario, che tradiscono la totale dipendenza del settore dell’auto europeo dal modello di business legato ai sussidi.

“Il mercato non vuole l’auto elettrica? La colpa è dei Governi che non ne incentivano a sufficienza l’acquisto”, sembra essere la linea di pensiero. D’altronde che l’ambientalismo rappresenti una forma di dirigismo economico è oramai acclarato.

Si tratta di un’impostazione, questa sì, fuori totalmente dalla realtà, perché indica la mancanza assoluta di consapevolezza del fatto che, nel comparto delle auto elettriche, le case automobilistiche cinesi sono e rimarranno imbattibili. Non solo per i processi produttivi che sono riusciti a verticalizzare totalmente, riducendo fortemente la rete di fornitori nella componentistica, ma perché possono vantare accesso diretto alla filiera delle materie prime che permette una riduzione dei costi produttivi tra il 30-40% rispetto alle concorrenti europee.

Insomma, se il futuro, come dicono i manager delle case europee, sarà l’elettrico, sarà cinese. Davanti a questa prospettiva dunque la riflessione da fare in sede di Governo è se risponda agli interessi del Paese continuare a buttare soldi per tenere a galla un settore destinato a essere completamente assorbito da Pechino.

Ben si comprendono le esigenze degli occupati e della rete di fornitori. Ma forse sarebbe opportuno chiedersi se, davanti a una prospettiva di elemosinare benevolenza da parte delle case automobilistiche europee (poco comprensibile tra l’altro anche in considerazione dei 18 miliardi di utili registrati da Stellantis nel 2023), non sia il caso di mettere seriamente mano alla politica industriale del nostro Paese.

Colpisce in particolare l’annuncio recente del Ministro Adolfo Urso di destinare 1 miliardo al settore dell’automotive prima ancora di definire il Libro Bianco nazionale sulla strategia di politica industriale atteso nel 2025.