Difesa, De Leverano consigliere militare di Draghi; vince Guerini, perde Vecciarelli
Alla fine, dopo due mesi di tira e molla, l’ha spuntata Guerini. Era stato il ministro della Difesa a designare il generale di corpo d’armata Luigi De Leverano (attuale SCSMD) come possibile successore dell’ammiraglio Carlo Massagli.
Ma lo sconcertante “”blitz” con il quale il CSMD, il generale Enzo Vecciarelli, aveva contemporaneamente provato a candidare per quel ruolo il proprio capostaff, Francesco Presicce, aveva creato un cortocircuito spingendo l’entourage di Draghi ad approfondimenti per cercare di capire bene i retroscena della vicenda.
E nei due mesi di stallo, è successo di tutto. Perché non sono mancati interventi esterni di vario genere per sottolineare, ad esempio, che De Leverano era ormai ad un passo dal compiere i fatidici 63 anni (tra un mese) e quindi raggiungere l’età per il collocamento in ausiliaria.
Peccato, però, che Guerini abbia subito fatto disporre un articolato parere che ha dimostrato -anche alla luce di vari precedenti- come l’alto ufficiale possa ugualmente ricoprire il ruolo di consigliere militare del premier almeno fino a quando il governo resterà in carica.
E così, oggi pomeriggio, ai margini del Consiglio dei Ministri, Draghi ha potuto finalmente firmare la lettera a Guerini sulla nomina di De Leverano. A cui, ora, toccherà il compito di scegliersi una sorta di “vice”, un generale ad una o due stelle proveniente dalle file dell’Aeronautica, esperto di problematiche dello spazio.
Ciò in quanto il sottosegretario Bruno Tabacci ha chiesto ed ottenuto da Draghi un rafforzamento della struttura proprio in relazione alle crescenti necessità di questo sempre più strategico settore della Difesa.
Risolta questa “grana”, Guerini dovrà invece sciogliere un altro nodo particolarmente intricato: quello della scelta del suo prossimo capo di gabinetto, dopo la nomina del generale Pietro Serino a CSM dell’Esercito.
In “pole” sembra esserci sempre l’ammiraglio Credendino, anche se pure in questo caso, si segnalano varie sponsorizzazioni non gradite dal ministro della Difesa da parte di alcuni stati maggiori.