Difesa: ecco come il “generalissimo” Graziano-Badoglio si impadronirà delle FFAA (terza puntata)

Difesa: ecco come il “generalissimo” Graziano-Badoglio si impadronirà delle FFAA (terza puntata)

03 aprile 2017

Se il senatore Fornaro si è accorto subito dello strano “doppio binario” scelto dal tandem Pinotti-Graziano per arrivare rapidamente all’approvazione del ddl applicativo del Libro Bianco, il suo collega di gruppo (art. 1-MDP) Battista non è stato da meno, anche se ha preferito richiamare l’attenzione della commissione Difesa su un punto più specifico.

Il generale Claudio Graziano
Il generale Claudio Graziano

E cruciale: quello che ha giustamente definito “un marcato accentramento di funzioni nella figura del capo di Stato Maggiore della Difesa”. Cioè del “generalissimo” Claudio Graziano, l’aspirante Maresciallo d’Italia alla Badoglio. Al parlamentare, è stato sufficiente un esame sommario dell’articolato per rendersi conto dello stravolgimento organizzativo contenuto nel ddl. E terminata la seduta, non ha mancato esprimere i suoi dubbi con diversi colleghi degli altri gruppi. Battista ha perfettamente ragione. Basta leggere le proposte di modifica al vigente codice dell’ordinamento militare per rendersene conto. Vediamole nel dettaglio.

“Il provvedimento si incentra – ha ammesso il presidente Latorre (Pd) nella sua relazione introduttiva – sul rafforzamento delle attribuzioni del capo di Stato Maggiore della Difesa, che diventa figura centrale in materia di pianificazione e impiego delle Forze Armate, della logistica, della formazione e del comando operativo dello strumento… Particolare rilevanza – ha poi sottolineato – riveste poi l’istituzione della nuova carica di Direttore Nazionale degli Armamenti e responsabile per la logistica, cui sono attribuite sia le funzioni di procurement dell’attuale Segretario Generale (nella veste di Direttore Nazionale degli Armamenti), sia quelle di supporto generale e logistico, oggi esercitate dal capo di Stato Maggiore di Forza Armata… le attribuzioni del Segretario Generale della Difesa (carica destinata ad essere ricoperta da un civile) sono riviste in chiave prevalentemente tecnico-amministrativa, con esclusione delle precedenti funzioni di Direttore Nazionale degli Armamenti”.

Quindi: si svuotano le competenze del Segretario Generale della Difesa (che oggi risponde al Ministro ed è un militare) e dei singoli capi di Stato Maggiore delle FFAA e dei Carabinieri, ma si trasferisce soprattutto la delicatissima funzione relativa al procurement al nuovo DNA che risponderà direttamente non più all’autorità politica, ma a quella del “generalissimo” capo di Stato Maggiore della Difesa. Appunto, l’ineffabile Graziano-Badoglio. E i controlli sugli stanziamenti chi li farà? Sempre Graziano. Con tanti saluti al consolidato rapporto delle verifiche incrociate in tema di utilizzazione del denaro pubblico. Bel colpo, no?

Non è finita. Perché – spiega ancora Latorre – nasce poi “il Comando della formazione interforze per l’esercizio delle funzioni di direzione unitaria della formazione della Difesa…” e si arriva allo spettacolare “colpo del cartoccio” messo a segno da Graziano-Badoglio al culmine del suo delirio di onnipotenza: “la revisione delle commissioni per l’avanzamento degli ufficiali con grado dirigenziale, tra cui spicca (è proprio il caso di dirlo, NdR) la riduzione ad un unico collegio delle quattro attuali Commissioni di vertice (una per ciascuna forza armata)”.

Qui Latorre glissa un po’ troppo sul significato rivoluzionario dell’innovazione: una sola commissione d’avanzamento per generali e ammiragli da una stella in su, presieduta indovinate da chi? Ma dal “generalissimo” Claudio Graziano, naturalmente. Che evita di dire che a lui spetterà una quinta stella, ma solo perché è una persona modesta… In questo modo, se la proposta non verrà modificata dal Parlamento, il capo di Stato Maggiore della Difesa (oggi un alpino) finirà per condizionare le scelte di generali dell’Aeronautica, dei Carabinieri e degli ammiragli, non si capisce bene sulla base di quali competenze specifiche delle altre forze armate.

Il rischio di “cordate”, anche politiche, è concreto e pericolosissimo.

(3- continua)