DIFESA: Leonardo e Rheinmetall continuano a riflettere e così altri concorrenti studiano il sorpasso su IVECO DEFENCE

DIFESA: Leonardo e Rheinmetall continuano a riflettere e così altri concorrenti studiano il sorpasso su IVECO DEFENCE

09 febbraio 2025

I risultati finanziari e l’annuncio di Olof Persson, amministratore delegato di Iveco, di separare le attività difesa del gruppo, hanno stimolato gli appetiti verso il gioiellino italiano degli armamenti terrestri. E in vista della conferenza di Monaco, summit mondiale della sicurezza, si intensificano le interlocuzioni tra i boss degli operatori dell’industria della Difesa. Perché lo “spin off” annunciato potrebbe essere prodromo ad una valorizzazione dell’asset sul mercato.

L’AD di Leonardo, Roberto Cingolani, nei mesi scorsi aveva confermato pubblicamente l’interesse a studiare e monitorare eventuali aggregazioni anche nel nostro paese, oltre che nel continente, ma forse ha cambiato idea. Così riflette, riflette molto. Con il rischio di subire un sorpasso.

Il 31 luglio 2024 aveva dichiarato: “Ora stiamo lavorando al 100% per chiudere la Joint Venture con Rheinmetall, che prevediamo per settembre. Una volta fatto questo, analizzeremo le sinergie che potranno essere implementate con Iveco. Sono sicuro che ci sono sinergie, ma la questione va condivisa con il nostro partner Rheinmetall, probabilmente ci potrà essere un interesse congiunto”.

Ai neo soci di Leonardo, i tedeschi di Rheinmetall, non dispiacerebbe – magari anche tramite la neonata JV appena autorizzata dall’antitrust tedesca – rafforzarsi velocemente e ancora di più nel business dei veicoli blindati e su gomma. Ciò gli consentirebbe di rispondere al meglio ad una domanda che aumenta e le cui tempistiche di consegna delle commesse si dilatano a causa dell’intensificarsi degli ordinativi, anche a seguito della pressione statunitense sui budget atlantici della difesa.

Inoltre, IDV sul mercato americano è molto apprezzata dal Pentagono, lo conferma la visita dei giorni scorsi di Shawn Crowley, il capo missione a stelle e strisce in Italia (in attesa del designato ambasciatore, il tycoon texano Fertitta) allo stabilimento di Bolzano.

Exor, la holding di Elkann, ha mostrato grande capacità di gestire con discrezione, efficacia e rapidità le operazioni straordinarie. È utilizzando questo approccio che il CEO di Exor è riuscito ad incontrare il Presidente Trump (l’unico italiano oltre alla premier Meloni) ancor prima dell’insediamento.

C’è una novità, però: pare che alla porta, oltre al tandem Cingolani-Papperger – con cui c’è stata un’interlocuzione nei mesi scorsi con la famiglia torinese – ci siano altri soggetti fortemente interessati: uno di questi europeo, anche piuttosto determinato.

Che faranno i due novelli sposini sull’asse Roma-Düsseldorf?
Si daranno una mossa o si limiteranno ad aver lanciato la sassata e a nascondere la mano, facendosi sfilare il prelibato boccone da un concorrente Nato molto vicino agli americani?