DIFESA, nasce nel caos il Corpo Unico della Sanità Militare: camici con le stellette (e sindacati) sul piede di guerra

DIFESA, nasce nel caos il Corpo Unico della Sanità Militare: camici con le stellette (e sindacati) sul piede di guerra

12 dicembre 2025

Il Consiglio dei Ministri di ieri non si è limitato a varare il decreto legislativo che riforma reclutamento e carriere nelle Forze Armate. Ha anche avviato un’altra rivoluzione per ora passata sotto silenzio: l’istituzione del CUSM, il Corpo Unico della Sanità Militare, una struttura interforze destinata a unificare sotto un’unica struttura medici e paramedici con le stellette di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri.

Il clima, assolutamente trasversale, non è davvero dei migliori. Perché è evidente che la riforma è destinata a mandare per aria tutti gli “orticelli corporativi” delle varie Forze Armate. I più critici — ma questa non è certo una novità — sono i vari sindacati, ciascuno dei quali teme per gli inevitabili vantaggi ottenuti negli anni, a seconda dei vertici militari con i quali si sono dovuti confrontare.

C’è insomma da prepararsi ad una sequela di proteste e tentativi di bloccare l’iter del CUSM, fortemente voluto dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel più ampio ambito delle riforme indispensabili per arrivare a delle Forze Armate più moderne ed efficienti.

Ma vediamo, comunque, i punti salienti di questa unificazione.

Obiettivi principali:

Sostegno all’operatività delle Forze Armate (FA) e dell’Arma dei Carabinieri (CC), in Italia e all’estero;

Tutela della salute del personale della Difesa, anche in un’ottica di welfare;

Supporto al Servizio Sanitario Nazionale (SSN);

Medicina preventiva e compiti specifici in caso di pubblica calamità e in altre situazioni di straordinaria necessità e urgenza.

In merito, si evidenzia che il testo normativo recepisce gli esiti dei lavori della Commissione di studio per la riforma del Servizio sanitario militare, costituita dal Ministro della Difesa con DM 30 aprile 2024.

Al riguardo, si sottolinea che l’articolato, con decorrenza dal 1° gennaio 2027, prevede:

− l’istituzione del “Servizio sanitario militare nazionale”;

− la nomina del Comandante della Sanità militare, dipendente dal Capo di Stato maggiore della Difesa;

− la costituzione del Comando della Sanità militare e del Corpo unico della Sanità militare, alimentato con il personale militare della Difesa abilitato all’esercizio delle professioni sanitarie (già in forza nelle singole FA/CC);

− la successiva revisione ordinativa della sanità militare di “aderenza” (che comprende i servizi per le attività sanitarie e le infermerie dei reparti) e di “sostegno territoriale” (strutture con capacità diagnostica e polispecialistica, in grado di erogare prestazioni per l’assistenza sanitaria e il benessere del personale della Difesa e per il supporto al SSN);

− il mantenimento del sostegno tecnico, logistico e amministrativo in capo alle FA e CC;

− l’ampliamento dell’offerta sanitaria per la comunità della Difesa, in un’ottica di welfare;

− la riorganizzazione della formazione sanitaria;

− la possibilità, per gli Ufficiali medici, di svolgere l’attività di “medicina generale” (c.d. “medico di base”) anche all’interno delle strutture sanitarie militari, in favore del personale militare/civile della Difesa e dei rispettivi familiari;

− la facoltà, per i medici/psicologi militari, di esercitare attività extraprofessionale;

− la possibilità, per i medici militari e il personale militare delle professioni sanitarie, di esercitare l’attività libero-professionale intramuraria sulla base di convenzioni stipulate tra il Ministero della Difesa, il Ministero della Salute, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e le Regioni;

− la promozione, su scala nazionale, di modelli di integrazione con il SSN per l’aumento dell’attività ambulatoriale specialistica e delle capacità nella diagnostica per immagini, nelle analisi cliniche e nella ricerca;

− il coinvolgimento di Difesa Servizi Spa per perseguire sinergie con operatori pubblici e privati del settore sanitario e stipulare convenzioni con enti pubblici e soggetti privati convenzionati con il SSN, tese a compensare l’eventuale indisponibilità di adeguate risorse strutturali e strumentali.

Per quanto riguarda in particolare l’Arma dei Carabinieri, il provvedimento salvaguarda il personale che transiterà nel nuovo Corpo unico, prevedendo che:

− gli Ufficiali del Comparto Sanitario e Psicologico mantengano la posizione di stato e l’anzianità di grado posseduta;

− gli Ispettori, i Sovrintendenti, gli Appuntati e i Carabinieri (già assegnati alle unità organizzative che esercitano funzioni sanitarie) possano transitare “a domanda”;

− le progressioni di carriera seguano un regime “transitorio” di avanzamento volto a tutelare il personale, mantenendo le possibilità di promozioni allineate ai ruoli di provenienza;

− in caso si verifichino, per effetto del transito nel CUSM, negative differenze retributive, le stesse siano compensate dall’attribuzione di un assegno ad personam “riassorbibile” con i futuri miglioramenti economici.

L’intervento normativo intende, pertanto, disegnare un nuovo modello di Sanità militare maggiormente aderente alle esigenze connesse con l’operatività delle Forze armate, ma soprattutto capace di offrire risposte e servizi celeri, efficaci e continuativi a tutta la collettività della Difesa e in sussidiarietà al Servizio sanitario nazionale.