Prima hanno fatto circolare la voce che le prove del concorso sarebbero “slittate” all’autunno. Poi, con un blitz improvviso, hanno convocato i concorrenti per mercoledì prossimo, 26 luglio. Cosi, mentre si discute se con questa ondata di caldo sia possibile o meno lavorare, 500 aspiranti dirigenti del Ministero della Difesa, tra cui 150 disabili a vario titolo, tra tre giorni dovranno restare rinchiusi alla Fiera di Roma per dieci ore (9-19). Esami scritti da “bollino rosso” viste le temperature oltre i 40 gradi.

Sassate aveva denunciato i retroscena di questo concorso già il 25 maggio scorso, quando venne alla luce che il magistrato della Corte dei Conti a capo della commissione esaminatrice figurava anche come presidente del comitato scientifico della società Direkta, organizzatrice dei corsi “superintensivi” di preparazione (a 720 euro più IVA).

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenne immediatamente, accompagnando alla porta lo spregiudicato magistrato contabile e dando subito disposizioni perché venisse sostituito.

Peccato però che per riorganizzare il tutto si siano persi due mesi e si sia arrivati al blitz dei giorni scorsi con la decisione di fissare gli scritti il 26 luglio, in piena bolla di caldo africano.

Tutto regolare? Visti i precedenti, qualche dubbio appare legittimo. Perché solo ora tanta fretta? Non è per caso che tutti i 500 concorrenti siano uguali tra loro, ma anche che qualcuno sia più uguale degli altri?

Perché questi 15 posti da dirigenti (13 per il ramo amministrativo e 2 per quello tecnico) sono particolarmente ambiti e i possibili imbrogli pro-raccomandati sempre possibili.

E allora, caro Crosetto, se proprio il concorso s’ha da fare, le dispiacerebbe dare disposizioni che oltre a garantire la salute degli esaminandi (150, appunto, non certo in condizioni psico-fisiche ottimali), diano certezze sulla regolarità assoluta delle prove d’esame?

500 ringraziamenti.