Difesa, il retroscena dello scontro Marina-Aeronautica sugli F35 Bravo
La disposizione è stata firmata dal capo di stato maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli, il 7 gennaio. In pratica, è la realizzazione del sogno del suo predecessore, Vincenzo Camporini, (CHOD fino al 2011). E cioè: “tutto ciò che vola deve essere guidato e coordinato dall’Aeronautica”.
Di conseguenza, proprio a partire dall’arrivo dei nuovi F35 Bravo a decollo verticale, entrerà in funzione nella base di Amendola (Foggia) la nuova forza aerea interforze. Qui, faranno capo sia gli aerei assegnati alla Marina (due finora, i cui piloti si stanno addestrando negli USA), sia quello per ora soltanto assegnato all’Arma Azzurra, sia gli altri 27 che li raggiungeranno nei prossimi mesi ed anni, con l’alternanza di uno ciascuno a Marina ed Aeronautica.
Prima conseguenza pratica: a bordo delle portaerei, potranno esserci i piloti di entrambe le forze armate “rivali”. Un’invasione di campo che la Marina non vuole subire passivamente e che ha già portato ad un primo colloquio dai toni molto tesi tra il CSMM, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ed il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che sta ora cercando di mediare e di far rientrare lo scontro che il numero uno della Marina ha già avuto con Vecciarelli. Il quale, essendo un generale di squadra aerea, ha naturalmente dalla sua parte tutta l’Aeronautica.