Elezioni USA, nei circoli diplomatici spunta un’ipotesi che potrebbe avere un peso decisivo sul voto: Blinken come vice presidente di Biden
Nei circoli diplomatici comincia a circolare una voce, che potrebbe avere un peso reale sulle presidenziali USA: Blinken come vice di Biden. Obiettivo: conquistare l’elettorato indeciso
Nei circoli diplomatici internazionali è cominciata a diffondersi una voce, attualmente un’ipotesi, ma che potrebbe avere un peso reale nelle prossime elezioni presidenziali statunitensi: qualcuno ben informato ipotizza, infatti, che Joe Biden possa avere una carta segreta da giocare per recuperare il gap rispetto a Donald Trump e addirittura superarlo: indicare Antony Blinken come vicepresidente. Il ragionamento è semplice e potrebbe funzionare: affiancare al presidente un uomo “forte”, quale è il Segretario di Stato, che gestisca effettivamente l’Amministrazione lasciando a Biden un ruolo più che altro istituzionale e di indirizzo. L’obiettivo di questa scelta, se confermata, è attrarre tutti quegli americani, terrorizzati da un possibile ritorno del tycoon alla Casa Bianca, ma spaventati anche dagli acciacchi di salute e dall’età avanzata del presidente uscente, che non sanno chi votare. Un bacino di elettori non trascurabile, secondo molti analisti, che potrebbe influire decisivamente sulle presidenziali. Anche perché nello stesso versante dei Repubblicani in molti non amano Trump e lo voteranno solo per convenienza o per non regalare una preferenza a Biden, considerato ondivago e debole. Di conseguenza, non è garantito che non cambino idea nel caso si paventasse una scelta “accettabile”.
Gli elementi che rendono Blinken una possibile scelta di successo per la vice presidenza USA
Antony Blinken ha a suo vantaggio una serie di elementi non trascurabili: il suo attivismo per risolvere l’offensiva di Israele a Gaza non è passato inosservato sia in ambito interno sia internazionale. I suoi continui viaggi gli hanno fatto, inoltre, guadagnare il rispetto di molti leader regionali e gli hanno aperto nuove porte e contatti. Stesso atteggiamento adottato sulla crisi Russia-Ucraina, dove da una parte permane il costante e deciso sostegno a Kyiv, ma dall’altra si ribadisce l’apertura a dialogare con Mosca se si creassero le condizioni. Ciò, nonostante il fatto che il Segretario di Stato sia di origini ebraiche e ucraine da parte dei nonni paterni (suo nonno Maurice Henry fu uno dei primi sostenitori di Israele e contribuì a fondare l’American Palestine Institute) e che quindi senta fortemente entrambe le questioni come “personali”. Questa postura coerente, infatti, rende Blinken agli occhi degli americani e del mondo un uomo fermo sui propri principi, ma impegnato realmente e aperto a soluzioni alternative per far tornare la pace globale.
L’asso nella manica dello stesso Blinken: sua moglie Evan Ryan
Lo stesso Blinken ha un doppio asso nella manica “personale”: è sua moglie Evan Ryan. La donna è cattolica e il Segretario di Stato non le impose di rinunciare alla sua fede quando si sposarono, come invece prevede la religione ebraica. Di conseguenza, potrebbe ottenere simpatie anche nella fetta cattolica di elettorato, trasversale e molto attiva. La signora Blinken, inoltre, ricopre un ruolo professionale non trascurabile: dal 2021 è Segretario di Gabinetto della Casa Bianca. Perciò, conosce molto bene la macchina dell’amministrazione USA e sa come farla funzionare al meglio, evitando le continue trappole. Quindi, potrebbe fornire un aiuto indispensabile al marito se questi entrasse in carica .