ESA, tempo di nomine (Presidenza Council e DG): le possibili candidature italiane sono made in Leonardo
All’ESA (European Space Agency) sono cominciate le “grandi manovre” per il rinnovo delle cariche di vertice: la Presidenza del Council e la Direzione Generale. Per la prima, si sta autocandidando l’attuale presidente dell’ASI (l’agenzia spaziale italiana), Giorgio Saccoccia; per la seconda, il sottosegretario di Palazzo Chigi, Riccardo Fraccaro, avrebbe deciso di sostenere le aspirazioni di Simonetta Di Pippo, direttore/a dell’Ufficio ONU per gli Affari dello Spazio Extra-Atmosferico (UNOOSA) a Vienna, che “promuove la cooperazione internazionale per ampliare la diffusione e dei benefici dell’uso pacifico dello spazio” (sic!). Due candidature debolissime, che dimostrano la mancanza di qualsiasi visione strategica italiana in un settore-chiave per il futuro. Perché Saccoccia è ritenuto dalla maggioranza delle varie delegazioni di non elevata rappresentatività e troppo dipendente da DG uscente, il tedesco Jan Woerner (che vorrebbe essere confermato fino al 2022, ma con poche possibilità di successo); e perché la Di Pippo è responsabile di un ufficio di scarso peso, non ha significative esperienze manageriali ed in passato è stata protagonista di un “incidente di percorso” che potrebbe ora risaltare fuori, indebolendone la corsa verso il vertice. La soluzione più appropriata sembra essere un’altra: appoggiare una candidatura forte per la presidenza del Council e stringere alleanze altrettanto forti per avere l’appoggio delle altre delegazioni europee ad un DG italiano, riconoscimento che manca da troppo tempo al nostro paese. L’ultimo fu infatti – tra il 1997 e il 2003 – Antonio Rodotà. La scelta migliore, molto apprezzata da un po’ tutti, appare quella della svedese Anna Rathmann. Quanto all’individuazione di possibili quanto autorevoli DG italiani, esistono almeno due possibilità, entrambe di caratura internazionale ed entrambe di provenienza Leonardo: l’ingegner Massimo Comparini, CEO di TASI e l’ingegner Luigi Pasquali, CEO di Telespazio e coordinatore spazio dell’ex-Finmeccanica. Solo se non ce la dovessero fare, né l’uno né l’altro, si potrebbe allora ripiegare su almeno due Direttorati di peso, compensazione apicale minima per un paese come l’Italia. Si tratta di impegnarsi e di dimostrare visione strategica, capacità negoziali e solide doti diplomatiche. Caratteristiche un po’ poco presenti nel nostro traballante governo Conte2.