
Ex-ILVA: il salvataggio arriverà da una joint venture tra Jindal e Baku; resta da sciogliere il “nodo” Invitalia
Alea iacta est. Al termine del CDM di ieri il Governo ha dato il via libera all’offerta congiunta Jindal Steel-Baku Steel per l’acquisto dell’ex-ILVA.
La notizia non sorprende più di tanto gli addetti ai lavori, dopo che qualche settimana fa si erano diffuse le voci di un incontro a Baku tra i rappresentanti indiani e quelli azeri.
L’accordo prevedrebbe il controllo della jv da parte di Jindal.
Se confermata si tratterebbe di una scelta razionale dato che il piano industriale di Jindal si è da sempre rivelato essere più solido rispetto a quello di Baku.
Ora, pesa però ancora l’incognita sul ruolo del coinvolgimento di Invitalia, fortemente voluto dal Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ma che lascia perplessi altri dicasteri. Se infatti la presenza dello Stato nel capitale dell’acciaieria poteva avere un senso nel caso in cui a rilevarla fosse stata solo Baku Steel, meno comprensibile risulta esserlo nel caso di una joint venture azero-indiana.
LA SASSATA

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