Farmacie, a rischio gli investitori istituzionali

Farmacie, a rischio gli investitori istituzionali

27 ottobre 2025

Gli investimenti istituzionali nelle farmacie italiane sono oggi di fatto bloccati, mentre diversi operatori industriali dell’Europa dell’Est guardano al mercato con crescente interesse, in alcuni casi con un approccio predatorio.

A determinare questa situazione è la sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato del 2022, che ha stabilito l’incompatibilità tra la partecipazione, anche indiretta, in attività sanitarie come Rsa o cliniche e nelle farmacie.

Di conseguenza, i grandi investitori istituzionali, che operano tradizionalmente su più segmenti del comparto sanitario, non possono più partecipare al capitale delle farmacie. A restare sul campo sono quindi soltanto gli operatori industriali, in gran parte non italiani e provenienti dall’Est Europa, con il rischio di un indebolimento del sistema nazionale e di una riduzione della concorrenza.

Per risolvere questa situazione e riportare certezza del diritto, i senatori Giorgio Maria Bergesio (Lega), Ylenia Zambito (Pd), Silvia Fregolent (Italia Viva) e Meinhard Durnwalder (Autonomie) hanno presentato un emendamento bipartisan al ddl Concorrenza. L’obiettivo è quello di chiarire definitivamente il quadro normativo, garantendo trasparenza, attrattività e la possibilità di nuovi investimenti — italiani ed esteri — a beneficio del servizio farmaceutico territoriale.

«È prioritario un chiarimento normativo per contemperare tutti gli interessi in campo», ha commentato il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, che sostiene la proposta bipartisan.

Oltre a ristabilire equilibrio tra i diversi attori del mercato, l’emendamento prevede controlli più rigorosi sul settore: il Ministero della Salute, insieme all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, dovrà monitorare l’efficacia dei protocolli interni e dei modelli di vigilanza, trasmettendo ogni anno una relazione al Parlamento.

Il testo è ora all’esame della Nona Commissione del Senato (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare), con la discussione rinviata all’ultima settimana di ottobre per consentire la priorità ai lavori sulla legge di Bilancio.