Festa del 4 Novembre, le Forze Armate chiedono equità
Oggi si festeggiano le Forze Armate, i protettori della Patria. In un momento storico in cui l’Italia si stringe intorno alle sue istituzioni, questi eroi silenziosi ogni giorno con sacrificio, dedizione e senso del dovere assicurano la tenuta del nostro Paese.
Sono le donne e gli uomini delle Forze dell’Ordine, dei Militari, degli Avieri, dei Marinai, dei Finanzieri e di tutti coloro i quali pattugliano le strade, presiedono i centri sensibili, garantiscono l’osservanza dei decreti.
Sono persone comuni, che ricoprono un ruolo straordinario, che vivono problemi quotidiani: il mutuo, le bollette, i soldi che non bastano mai, la preoccupazione per quello che sarà, per i propri cari con i quali possono comunicare, alle volte, solo tramite una semplice videochiamata. Un mezzo freddo, arido, ma che in determinate circostanze diventa essenziale. Eppure, ogni mattina queste persone mettono da parte le loro inquietudini e si dedicano al bene dell’Italia.
Sempre pronti a tendere una mano, a fornire una delucidazione, a coordinare la donazione di beni di prima necessità, dei dispositivi di protezione individuale e l’esecuzione dei tamponi. Sempre in prima linea, sempre dalla parte delle persone, al fianco della Sanità pubblica. La gente li ama perché li sente vicini.
Ed è proprio nel giorno della loro celebrazione che non deve passare inascoltato il messaggio di equità, rispetto, tutela, specificità che stanno urlando a gran voce da mesi. Messaggio, tutt’ora, caduto nel vuoto.
Ma quanto costa questa specificità? In termini di doveri tanto, molto, forse anche troppo; ma in termini di diritti poco, forse nulla, per non parlare di quelli economici.
La professionalità non deve essere svenduta, usurpata, sminuita altrimenti non si può parlare di professionismo ed è per quel senso di giustizia che loro, quotidianamente, mettono in atto che occorre che le Istituzioni riconoscano a queste donne e a questi uomini delle Forze Armate l’equità di trattamento che meritano e che spetta loro, nel rispetto della loro storia passata e del loro impegno presente e futuro.