FIncantieri, chiamata alle armi del management per il “piano di azionariato diffuso” ignorato dai dipendenti
Doveva concludersi il 31 ottobre, ma è già stato rinviato a metà novembre per gli scarsi risultati fatti registrare. E non è neppure da escludersi che alla fine possa esserci un’ulteriore proroga.
L’idea di un “piano di azionariato diffuso” dedicato ai tutti i dipendenti di Fincantieri in effetti era buona. Peccato che ad una settimana dalla chiusura avessero aderito poco più di 800 dipendenti, poi diventati “spintaneamente” 1.300 (su 14.000 del totale) alla fine del mese scorso. Cioè uno scarso 10%.
Un bel “flop”, che accreditando indirettamente una scarsa fiducia verso l’AD Pierroberto Folgiero ed il suo top management, ha fatto scattare l’allarme.
E così, in questi giorni, tutti i dirigenti del gruppo stanno cercando di correre ai ripari sollecitando le proprie strutture a darsi da fare per convincere il maggior numero di dipendenti a sottoscrivere l’acquisto di azioni di Fincantieri.
Dall’interno dell’azienda, si cerca di buttare acqua sul fuoco della polemica, dicendo che è solo questione di pigrizia e che alla fine il risultato sarà più che soddisfacente. E forse sarà pure così.
Certo è che, almeno per ora, la preoccupazione per un reale “flop” finale è ben presente in tutta l’azienda.