
Fini, l’incoerente e bugiardo seriale che cerca di ricostruirsi un’immagine dando lezioni alla Meloni sull’antifascismo
Ormai non può più essere una semplice coincidenza, perché sta diventando un’abitudine. Per la terza volta in due mesi, Gianfranco Fini -grazie alla tribuna tv generosamente concessagli da Lucia Annunziata- si permette di impartire lezioni di politica e perfino di coerenza comportamentale. Perfino a Giorgia Meloni, la leader che è riuscita con i voti popolari a fare ciò che lui sognava di ottenere solo con le trame contro Silvio Berlusconi messe a punto con l’allora presidente Giorgio Napolitano e consorterie varie: portare la Destra alla guida del governo della Nazione.
E siccome siamo alla vigilia del 25 Aprile e si moltiplicano gli attacchi strumentali di tutte sinistre contro la premier e gli esponenti di FdI sul solito tema dell’antifascismo, lui -che ha una lunga esperienza di quelle critiche tanto gradite dagli avversari- non si è fatto pregare. E come faceva contro il governo Berlusconi dall’interno della coalizione di centrodestra, oggi accorre scodinzolando davanti alle telecamere e ai microfoni di chi gli consente di dare lezioni senza disturbarlo nel ricordargli le sue di incoerenze.
Come ad esempio quella che si sarebbe subito dimesso da presidente della Camera se fosse stato accertato che la casa di Montecarlo era diventata di proprietà del cognato, Giancarlo Tulliani. Oppure di aver negato perfino in tribunale di aver mai cercato di aiutarlo ad accaparrarsi ricchi “minimi garantiti” RAI nel campo delle fiction, dell’intrattenimento e dell’acquisto di film.
Quindi, un docente universitario di incoerenza e bugiardo seriale che tutto può fare meno che puntare il dito sulle presunte reticenze di Meloni o La Russa in tema di antifascismo.
Oltretutto, senza neppure spendere una parola sui linciaggi mediatici nei confronti degli esponenti di FdI.
Dopo i danni fatti per le sue torbide ambizioni e dopo aver distrutto una comunità, perché non riesce a tornare nel cono d’ombra che gli compete e la pianta di cercare di tornare alla ribalta servendosi -come al solito- dei megafoni di chi odia la destra? Ma perché non pensa solo a vergognarsi?
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