Francia e Germania litigano sui dazi e la Cina dilaga in Europa

Francia e Germania litigano sui dazi e la Cina dilaga in Europa

09 dicembre 2025

La frattura tra Francia e Germania su come rispondere all’avanzata industriale cinese è ormai una voragine. Parigi chiede nuovi dazi, Berlino li boccia. E intanto la Cina conquista pezzi interi dell’economia europea, approfittando di un’UE paralizzata dai suoi stessi dissensi.

I numeri parlano da soli: le esportazioni cinesi verso l’UE volano del 14,8% su base annua, il surplus del 29,7%. Con la Germania – primo partner europeo – il divario è ancora più impressionante: +15,5% di export cinese, -4,2% di import tedeschi, surplus cinese quasi triplicato. Una disfatta commerciale che non deriva solo dai dazi di Trump, ma da un gap competitivo strutturale che l’Europa non sa affrontare.

Il caso delle auto elettriche è emblematico: per rendere competitive le vetture europee servirebbero tariffe del 50%. Bruxelles ne ha introdotte di molto inferiori, dopo un iter lentissimo e frammentato. Risultato: irrilevanti. Le aziende cinesi hanno semplicemente dirottato sull’ibrido plug-in, con BYD che ora domina anche quel segmento. Colpire un settore non serve a nulla quando Pechino può spostarsi su un altro alla velocità della luce.

E poi c’è la politica. La Francia spinge per una linea dura, ma la Germania vede in ogni dazio una pistola puntata alla tempia della propria industria. Berlino teme ritorsioni immediate: licenze sulle terre rare, chip Nexperia, accesso al mercato cinese, senza contare i miliardi investiti dalle sue aziende in Cina solo nell’ultimo anno. E con Berlino si allineeranno Italia, Olanda, Est e tutti gli esportatori con supply chain integrate nel mercato cinese.

La domanda vera è cosa resta dell’Europa quando i suoi due pilastri tirano in direzioni opposte. La Francia inizia a dubitare dell’utilità del progetto europeo se esso non serve a difendere i suoi interessi vitali. La Germania non rinuncerà al suo rapporto industriale con la Cina. In mezzo, un’UE che non decide, mentre il Dragone continua a fare quello che vuole.

Il rischio è chiaro: la Cina avanza, l’Europa arretra, e l’asse franco-tedesco – l’unico che abbia mai fatto funzionare l’Unione – si sta sfaldando davanti ai nostri occhi.