Le promesse da marinaio dell’armatore Grimaldi e i 200 licenziati da TTTLines (1)
La comunicazione è arrivata via mail, firmata da Enrico Cavallo e diretta agli “egregi comandanti”. Tre righe agghiaccianti nella loro brutalità: “il giorno 22 aprile in seguito alla scadenza dei contratti di noleggio, stipulati dalla New TTT Lines per le unità Cartour Gamma e Florencia, rispettivamente nei porti di Catania e Napoli, si procederà allo sbarco per DISARMO NAVE di tutto l’equipaggio“.
Così sono stati licenziati i 150 marittimi e le altre decine di addetti alle biglietterie e ai servizi a terra della nuova “preda” dell’armatore Grimaldi. Che naturalmente ha fatto fare il “lavoro sporco” alla precedente gestione e si sta ben guardando dal dare la minima assicurazione sul reimpiego dei quasi 200 nuovi disoccupati del mare. Disoccupati italiani, metà napoletani e metà catanesi.
“E’ una vergogna assoluta -dice al telefono da Catania Edoardo Pagliaro, responsabile portuali e marittimi della FILT-CGIL, il sindacato che si è subito mobilitato in difesa dei lavoratori della TTT Lines- non hanno neppure avuto il coraggio di avvisarli direttamente.
Abbiamo subito chiesto al Prefetto un tavolo urgente di confronto e siamo in attesa di una risposta. Ma le previsioni non sono affatto buone, dal momento che i colleghi della CGIL di Napoli, che stanno intervenendo insieme a CISL e UIL, ci hanno già informato che Grimaldi, sebbene invitato, si è ben guardato dal presentarsi o farsi rappresentare al primo incontro. E almeno ufficiosamente, ha fatto capire – aggiunge Pagliaro – che garanzie occupazionali non ha alcuna intenzione di fornirne”.
Ma come, Grimaldi non era quel “benefattore del mare” che appena pochi giorni fa faceva scrivere a media compiacenti che avrebbe assunto entro il 2019 ben 500 marittimi italiani? Non è quell’armatore che sta inondando di pagine pubblicitarie il “Fatto quotidiano”, forse per gratitudine dopo gli attacchi del quotidiano alla presunta “campagna razzista” del rivale Vincenzo Onorato? Quel Vincenzo Onorato che difende innanzitutto proprio il diritto al lavoro dei marittimi italiani e comunitari e -guarda caso- non ha mai licenziato nessuno?
E non sono, sempre per caso eh, Grimaldi e la Confitarma ad aver ispirato non più tardi di ieri sull’house organ di Confindustria, il Sole 24 Ore, lo sconcertante articolo (firmato dal professor Francesco Munari, ordinario nientemeno che di Diritto dell’Unione Europea all’Università di Genova) in cui si attacca la riforma del registro navale, che prevede appunto una maggiore tutela per i diritti dei marittimi italiani e per chi gli garantisce il posto di lavoro? Arrivando perfino ad implorare almeno un rinvio dell’entrata in vigore (ma scusi, professore, a lei cosa gliene importa?) della nuova normativa?
Forse no, forse sono solo sospetti maligni. Però per spazzare via questi e gli altri sospetti che gravano su certi politici (e magari pure qualche authority) che in passato hanno spianato la strada a Grimaldi proprio in Sicilia, sarebbe il caso di fare chiarezza. Perché se questi sono i risultati, qualcuno dovrà essere chiamato a risponderne.