Grimaldi, la “concorrenza sleale” e i ricorsi in fotocopia all’Antitrust: si può sapere cosa c’è dietro?

Grimaldi, la “concorrenza sleale” e i ricorsi in fotocopia all’Antitrust: si può sapere cosa c’è dietro?

09 maggio 2018

Ma come si permette la Fai (la federazione degli autotrasportatori italiani) a proclamare un “fermo” di 5 giorni perché è impossibile lavorare nel caos del porto e dintorni di Salerno? E non si vergogna del “conflitto d’interessi”, dal momento che il suo presidente è Fabrizio Palenzona, che siede nel CdA della Tirrenia dell’odiato concorrente Vincenzo Onorato? Via di corsa con un indignato ricorso all’Antitrust del sempre disponibile Giovanni Pitruzzella. Così, magari, dopo quella bella multa da 29 milioni di euro, gliene infligge un’altra a lui e alla FAI. E i nostri avversari imparano a stare al mondo.

Più o meno, devono essere stati questi i discorsi all’interno della famiglia Grimaldi, quando sono arrivate le notizie del “fermo”, dal 21 al 25 maggio, indetto dalla federazione degli autotrasportatori per protestare contro il caos che regna all’interno e nelle immediate vicinanze del porto di Salerno. Una situazione tale da rendere impossibile di riuscire a svolgere regolarmente le operazioni di carico e scarico sia dei traghetti che delle merci.

E subito si sono messi all’opera i solerti “gazzettieri” della carta stampata e del web per far ripartire la “macchina del fango” contro il gruppo armatoriale di Onorato. In questo caso di Tirrenia CIN. L’accusa è quella di danneggiare gli slot di Grimaldi da Salerno a vantaggio di quelli del gruppo Onorato da Napoli.

Il tutto, secondo la ben nota teoria della completezza dell’informazione, ignorando cioè la dura replica giunta attraverso la dichiarazione del segretario regionale del coordinamento, Angelo Punzi: “Grimaldi non nemmeno di cosa parla… e teniamo a precisare che Fabrizio Palenzona non è il presidente della FAI.

Infatti, il presidente della FAI è Paolo Uggè e Palenzona è al vertice di Conftrasporti. Ma cosa volete che sia, sempre di trasporto si tratta e quando si devono accusare i competitor davanti all’Antitrust, tutto fa brodo. Anche le inesattezze.

Già, ma come mai Grimaldi punta sempre tutto, per sentirsi dare ragione, sull’organo di vigilanza della concorrenza guidato da Giovanni Pitruzzella? Ufficialmente, è un bel mistero, anche se le malelingue -su queste attenzioni particolari- si esercitano da anni.

L’aspetto più sconcertante (e ignoto ai più) è che l’Antitrust, per il suo sostentamento, si autofinanzia con le multe che infligge a destra e a manca. Per esempio, la mega-sanzione dal più di 29 milioni irrogata al gruppo Onorato per la presunta “concorrenza sleale” operata in Sardegna, potrebbe garantire – qualora dovesse essere confermata davanti ai giudici amministrativi, cosa ritenuta altamente improbabile – anni e anni di stipendi garantiti.

Una ricca eredità che Pitruzzella sarebbe ben felice di lasciare al suo successore (per la scelta del quale si sta dando molto da fare con la neo-presidente del Senato, Elisabetta Casellati, grazie ai buoni uffici dell’ex numero uno di Palazzo Madama, Renato Schifani, suo grande amico), prima di prendere possesso, a ottobre, di una delle prestigiose poltrone nel settore della giustizia europea.

Ecco, ci mancherebbe solo che all’Antitrust si aprisse un mandato della serie Pitruzzella-bis e allora per i Grimaldi potrebbe spalancarsi un prolungamento dell’autostrada per combattere al meglio l’odiato Vincenzo Onorato. Progetto al quale si opporranno alla morte i grillini del M5S, attraverso il presidente della Camera, Roberto Fico.

Sempre che, nel frattempo, qualche magistrato (ordinario, non amministrativo) non decida di cominciare a fare luce su certi intrecci opachi che sembrano avvolgere da tempo il settore dei trasporti marittimi, soprattutto al sud e nelle isole. Indagando su monopolisti mascherati e loro protettori politici e istituzionali.

E allora ne potrebbero saltare fuori delle belle. Davvero.