GSE: il Gestore dei Servizi Energetici di cui non si parla per le nomine perché tutto nelle mani di Pd, Art. 1 e M5s

C’è un settore strategico per la nostra economia, soprattutto in un momento di crisi tale da assorbire i due terzi della legge di bilancio appena approvata. È quello dell’energia, di cui si occupano il GSE e le tre società controllate: Gestore Mercato Elettrico, Acquirente Unico e Ricerca Sistema Energetico. Già le denominazioni di tutt’e quattro dovrebbero essere chiare e spingere il nuovo governo ad intervenire. Perché si tratta di un comparto occupato militarmente dalle vecchie forze politiche rigorosamente di sinistra che sostenevano (nella colpevole indifferenza di Lega e Forza Italia) i precedenti esecutivi.
E allora facciamo una rapida carrellata per capire di cosa parliamo, dedicando questa Sassata ai ministri competenti: Giorgetti (e il suo vice Leo) a capo del MEF e Pichetto Fratin, alla guida del dicastero dell’Ambiente e -appunto- della Sicurezza Energetica.
Al vertice del GSE, per volontà e scelta dei soliti Giavazzi (consigliere speciale nomine) e Funiciello (capo di gabinetto), draghiani di stretta osservanza ma entrambi molto vicini alle esigenze del Pd, c’è Andrea Ripa di (d minuscola, ci tiene da morire) Meana. Non come AD, meglio come Amministratore Unico, in modo tale da non doversi confrontare con un inutile CdA, ma solo con il collegio sindacale e il magistrato della Corte dei Conti: meno interferenze, rotture di scatole azzerate. Comodo, no?
I risultati portati a casa da questo ineffabile manager, sono ben noti al MEF e al MASE e Sassate ne ha già dato conto in passato. Ciò che è poco noto è che Ripa di (d minuscola, mi raccomando) Meana, proprio alla vigilia della formazione del governo Meloni, aveva programmato un blitz mica da ridere: blindarsi dall’arrivo dei “barbari” del centrodestra attraverso la nomina di dieci nuovi dirigenti, scelti naturalmente solo tra i “fedelissimi”.
Peccato che una provvidenziale “talpa” avesse subito avvisato il dirigente di FdI Bignami, che rivelò il piano, bloccando tutto.
Ecco, si può continuare ad avere fiducia in un personaggio del genere  e continuare a fargli fare il bello e il cattivo tempo al GSE?
Andiamo avanti. Alla guida del GME c’è forse l’unico manager capace e di ottima caratura, anche se con un ingombrante passato dalemiano: Andrea Peruzy. Meritava di essere nominato al posto di Ripa di Meana, ma evidentemente non era stato ritenuto del tutto affidabile dai suoi vecchi amici del Pd: una bella medaglia, oggi come oggi.
Ma la situazione più imbarazzante e indigeribile è quella di Acquirente Unico, dove -non più di due giorni alla settimana, preso com’è dagli intrighi della politica della Basilicata- regna l’ex-governatore ed ex parlamentare PCI, PDS e Art.1 Filippo Bubbico. Anche sulle sue “performance”, Sassate non si è risparmiato, inutile ripetersi.
Infine, eccoci a RSE, dove troviamo come AD Maurizio Del (qui, D maiuscola, grazie a Dio) Fanti, un professore del Politecnico scelto dal M5S; e come presidente un altro docente di sinistra, Alberto Geri.
Può bastare per far accendere i fari da parte del governo Meloni? Attendiamo con fiducia.

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