Il crollo delle vendite dei giornali per l’inaffidabilità delle notizie: il caso Repubblica-ASPI

Il crollo delle vendite dei giornali per l’inaffidabilità delle notizie: il caso Repubblica-ASPI

13 novembre 2025

Fa bene John Elkann a volersi sbarazzare rapidamente degli ultimi due quotidiani ancora in portafoglio della GEDI: la Repubblica e La Stampa. Perdono copie a rotta di collo grazie alla crescente inaffidabilità delle campagne non solo contro il governo, ma anche nei confronti di determinate aziende che si ostinano a non seguire la linea politica indicata da loro…
Prendete per esempio il caso Repubblica-ASPI, assai indicativo.
Per sapere come andranno le cose in Autostrade per l’Italia bisognerebbe leggere gli articoli di Giovanni Pons su Repubblica. Il 23/10 scrive che tutti gli azionisti di Aspi (CdP, McQuarie e Blackstone) sarebbero allineati fra di loro sulla ipotesi di un piano di investimenti di 30 mld euro da sottoporre al Ministero delle Infrastrutture, con pedaggi in salita del 2,5% per i primi 4 anni e poi ben oltre; e con un allungamento della attuale concessione di 8 anni.
Il MIT e il MEF -aggiunge- sarebbero in posizione di ascolto, mentre Palazzo Chigi “scettico e critico”.
Poi si spinge anche a dire che l’Aiscat (l’associazione Confindustriale del comparto autostradale) starebbe lavorando ad un emendamento legislativo per superare con i pedaggi il tetto della inflazione.
Peccato che proprio ieri il Ministro Salvini, uscendo dalla posizione di ascolto, ha invece tuonato contro gli azionisti di Aspi per via dei loro “ritardi e inadempienze” sui cantieri previsti e sulla necessità che questi vengano portati avanti molto velocemente e senza eccessivi aumenti tariffari (quindi ben sotto il 2,5%) a costo di rimettere in discussione l’intera concessione autostradale…
Il dito di Salvini è puntato contro i 2 fondi privati azionisti di Aspi, mentre CdP si è già smarcata dalla loro posizione (vedi il Corriere della Sera odierno).
E allora cosa fa Repubblica ? Affida la pratica ad Aldo Fontanarosa (non a Pons) che sottolinea come l’approvazione del Piano economico di Aspi sia quindi in salita.
Insomma, Salvini attacca gli azionisti. Palazzo Chigi resta silenzioso. Il MEF? Non pervenuto. CdP non è più allineata ai fondi di investimento. E dell’emendamento di Aiscat si sono perse le tracce…
Insomma per comprendere cosa succederà in Autostrade bisognerà continuare a leggere Pons su Repubblica. Sapendo che avverrà esattamente il contrario.