Il Masiello Furioso ed il Garofani prudente
Non si è fermata la telenovela scatenata dal nostro articolo sulle manovre per imbrigliare (ed imbrogliare) il Ministro Crosetto. Anche perché abbiamo fatto capire a tutti che lo scopo del “gruppo” era solo quello di determinare il futuro capo di stato maggiore della Difesa, cercando di rendere obbligata la scelta del Ministro.
Viene da ridere solo a pensare all’idea. Cioè che ci sia qualcuno capace di ipotizzare di far firmare a Crosetto ciò che non vuole. Un po’ come fantasticare di far capitolare Putin mandandogli un mazzo di margherite.
Si sono scordati che non ebbe problemi a scontrarsi perfino con la premier Meloni e a far saltare la nomina del Comandante della Guardia di Finanza, di cui non era neppure il proponente… Figuriamoci una nomina che deve portare la sua firma per approdare in CDM.
Però loro ci credono e quindi hanno preso male il nostro primo articolo ritirato, ma ancor peggio il secondo.
Il CSME Masiello è partito alla ricerca del colpevole di lesa maestà. Le sta provando tutte, dagli amici di DIS, AISI ed AISE, ai carabinieri, la polizia e la finanza per capire e reagire. Buona fortuna!
Gli unici che paiono essersi subito opposti con sdegno alla richiesta sono il generale Caravelli (che non lo ama molto, per usare un eufemismo) e Pisani, istituzionale da sempre. La Belloni nemmeno sa che accade sotto di lei, mentre gli attuali vertici all’AISI (il salviniano antimeloniano vice De Donno in primis, che ora si sente più forte dopo l’arrivo di un altro amico dell’ex corrente di Aledanno, il direttore Valensise) come sono stati contenti di poter fare qualcosa che potesse andare contro un Ministro che non li aveva appoggiati con troppo entusiasmo.
Ma c’è qualcuno ancora più arrabbiato di Masiello: il consigliere militar-quirinalizio Garofani. Lui che fa di tutto per sembrare neutrale e terzo, per sembrare un moderato rispettoso delle regole istituzionali, ma che invece si muove ogni giorno come se avesse ancora un ruolo politico, anzi con più tempo e più dedizione di qualunque politico. Si è risentito e non ha colto la gravità istituzionale dei suoi atteggiamenti. Atteggiamenti che non sono illazioni di Sassate, ma cose conosciute da tutti: decine e decine di incontri con esponenti delle FFAA non autorizzati (per i suoi interlocutori che dovrebbero essere autorizzati per questo tipo di incontri, se istituzionali) e non giustificati dal suo ruolo di segretario del Consiglio Supremo di Difesa; incarico che non prevede interessamento per promozioni o per pianificare le posizioni di vertice delle forze armate.
Però qual è stata la sua reazione? Interrompere questa prassi? Ma figuriamoci, casomai l’esatto contrario. Si è concentrato ancor di più con il fido Masiello e con Superciuk (il nome in codice del vero braccio armato di Garofani) per una nuova strategia. Con ancor maggior determinazione. Ma anche con un timore, però. Quello che il Ministro avvisato da noi e subissato da lettere anonime arrivate sull’argomento al gabinetto (lettere con orari, date, particolari, per ora tenute bloccate dai cani da guardia del gabinetto, ma che ci auguriamo prima o poi gli arrivino), nelle quali gli hanno fatto arrivare notizia delle decine di incontri “segreti”.
Mai, nella storia dei rapporti tra Presidenza della Repubblica e Ministero della Difesa, era avvenuta una cosa simile.
Molti si sono stupiti che Garofani potesse essere una persona così diversa da come appare. Evidentemente si sono dimenticati oppure non hanno visto con quanta maestria, fingendosi amico, fosse riuscito a far cacciare dalla Presidenza un mostro sacro (ed un vero esperto di difesa) come Rolando Mosca Moschini. E come nel contempo avesse ucciso le ambizioni di un altro vero esperto della materia, Claudio Graziano, che ambiva al ruolo di segretario del Consiglio Supremo di Difesa più di ogni altra cosa. Lui li turlupinò entrambi e con un triplo salto mortale passò direttamente senza colpo ferire dal parlamento al Quirinale, cosa mai vista prima. Portandosi dietro un circo Barnum di rapporti politici e personali. Sia nelle forze armate che nell’ambito dell’industria della difesa. Con Masiello legò all’epoca nella quale il parà lavorava per Renzi come Consigliere Militare di Palazzo Chigi.
Ma la sua vera spalla, il suo braccio armato è Superciuk. A lui si deve l’odio nei confronti del generale Portolano, ad esempio.
È triste constatare come possano radicarsi anche in luoghi così importanti, anche all’ombra di un gigante di serietà istituzionale come Mattarella, tanto squallore umano e tante bassezze. Così, viene in mente un pezzo straordinario di Sciascia:
«Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi.
E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre. Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo.»
Di certo l’inquilino del Quirinale e quello della Difesa appartengono alla prima categoria. Gli altri di cui stiamo parlando certamente alle altre.
Proprio per questo Francesco Saverio Primo ha ora deciso che conviene essere prudenti dopo aver incautamente confessato ad un suo confidente delle FFAA: “sai, Crosetto si fida di me totalmente, perché abbiamo la stessa storia in comune; ma se per caso pensasse che stiamo veramente lavorando alle sue spalle è capace di andare dal Presidente o di dirlo pubblicamente. Lui non ha nulla da perdere e soprattutto non ha paura di nessuno. Per cui può diventare pericoloso.”
Attenti al lupo!