
Iveco Defence Vehicles: una transizione strategica con una comunicazione debole
La cessione di Iveco Defence Vehicles (IDV) a Leonardo e il contemporaneo passaggio del controllo di Iveco Group al colosso indiano Tata Motors, previsti per essere finalizzati entro marzo 2026, rappresentano uno dei più significativi riassetti industriali italiani degli ultimi anni.
Una doppia operazione delicata, seguita passo passo da Exor, la holding della famiglia Agnelli guidata da John Elkann, con il coinvolgimento diretto della Presidenza del Consiglio e del Ministero della Difesa. Tutti gli attori istituzionali coinvolti hanno lavorato per garantire che questa transizione rispondesse a un interesse strategico nazionale, in un contesto geopolitico ed economico sempre più complesso.
L’ingresso di Leonardo in IDV, infatti, si inserisce nella più ampia visione di competere in uno scenario internazionale altamente competitivo. Una gestione politica e strategica solida, a differenza delle tensioni registrate nel 2024, il clima che ha portato alla conclusione dell’accordo è stato segnato da un dialogo franco e costruttivo tra pubblico e privato.
Lo Stato ha svolto un ruolo di garante degli interessi industriali e tecnologici nazionali, riuscendo a bilanciare la tutela dell’autonomia strategica con l’apertura a capitali e partner internazionali affidabili, come Tata Motors. Leonardo, da parte sua, ha dimostrato volontà di integrazione e valorizzazione dell’expertise di IDV, assicurando continuità produttiva e sostenibilità industriale nel lungo periodo.
C’è un però: a fronte di una gestione istituzionale e politica efficace, colpisce invece l’incapacità, se non l’opacità, con cui viene gestita la comunicazione dell’azienda. È qui che emerge un nodo critico: la direzione della comunicazione aziendale negli ultimi tre anni. A guidarla è Elisa Casagrande, ex Scania, con un passato professionale in qualche agenzia di comunicazione di Bolzano e nessuna esperienza significativa nella gestione della comunicazione di aziende del comparto difesa o industriale strategico. Nonostante il suo ruolo apicale come Communications Manager, la comunicazione di IDV in questo triennio si è rivelata debole, tardiva e priva di visione, non all’altezza della posta in gioco come la drammatica gestione degli eventi.
L’assenza di una regia comunicativa professionale e proattiva ha contribuito a risultati mediocri in termini di visibilità, credibilità e posizionamento strategico dell’azienda. Rispetto al triennio precedente, l’immagine di IDV è apparsa sfocata, nonostante fosse una delle divisioni più profittevoli del gruppo Iveco.
Conclusione:
La vicenda IDV-Leonardo-Tata dimostra che una governance strategica forte deve essere affiancata da una comunicazione altrettanto solida. In futuro, aziende di questo calibro non potranno più permettersi direzioni comunicative deboli, improvvisate o non allineate con le sfide che affrontano. Per tutelare davvero il valore del comparto industriale italiano, serve non solo visione manageriale e politica, ma anche una comunicazione competente, trasparente e coraggiosa. Quella che, in questo caso, è mancata del tutto.