LA MANINA DEL LEGHISTA ZIELLO CHE AIUTA LE TELEMATICHE; MA STAVOLTA NON SI SCHERZA: C’E’ DI MEZZO LA DISABILITA’

LA MANINA DEL LEGHISTA ZIELLO CHE AIUTA LE TELEMATICHE; MA STAVOLTA NON SI SCHERZA: C’E’ DI MEZZO LA DISABILITA’

01 luglio 2024

Il vizietto dell’aiutino alle università telematiche colpisce ancora la politica. E in particolare un parlamentare della Lega, Edoardo Ziello, particolarmente attivo nella difesa degli interessi degli atenei online, che ha messo a segno un nuovo colpo presentando un emendamento in loro favore nel decreto legge sport e università. La cosa stavolta doveva passare sotto traccia, ma il parlamentare è stato pizzicato ancora una volta.

Si sa, le università telematiche sono un grande business. Sono 11 e fatturano miliardi di euro. Del resto laurearsi dal salotto di casa è facile, comodo, veloce: basta pagare l’iscrizione. Così negli ultimi dieci anni questi atenei hanno moltiplicato a dismisura gli iscritti che hanno bisogno del pezzo di carta per avanzare in carriera, ma non hanno fatto lo stesso nell’articolare meglio l’organico dei professori insegnanti, prendendosi le antipatie delle più prestigiose università pubbliche e private d’Italia (dalla Sapienza alla Bocconi), fino ad essere guardate con grande attenzione dal Ministero dell’Università, anche in virtù dei cattivi report che l’Anvur, l’agenzia di valutazione delle università, ha consegnato in questi anni. Un giro d’affari miliardario con una così cattiva reputazione ha prodotto due effetti: da una parte una marea di inchieste giornalistiche per capire come questi laureifici sono organizzati, dall’altra la nascita di un partito di lobbisti per difendere le telematiche in Parlamento. Anche perché va detto che queste università e i loro padroni (a iniziare dalla Unicusano del famoso Stefano Bandecchi, passando per la nota Multiversity che ha comprato la Pegaso di Danilo Iervolino) hanno ben finanziato i partiti in passato, oltre al fatto che possono contare su numerosi loro laureati tra chi ricopre cariche pubbliche.

Tra i maggiori difensori istituzionali delle università online c’è la Lega. E in particolare il suo deputato Edoardo Ziello. Tre indizi fanno una prova, si diceva una volta.

  • Primo indizio: nel gennaio scorso Ziello ha portato avanti una battaglia per un emendamento che serviva a far slittare di un anno l’adeguamento delle telematiche agli standard delle altre università. Alla fine il ministero ci ha messo una pezza, l’emendamento non è passato, ma le pressioni furono mostruose.
  • Secondo indizio: nella seconda metà dell’aprile scorso nasce l’intergruppo parlamentare dedicato alle università telematiche. Il presidente è Edoardo Ziello, che ha messo in piedi l’iniziativa.
  • Terzo indizio che fa la prova: Ziello primo firmatario dell’emendamento al Dl Sport e Università che favorisce gli atenei online.

Ma di cosa tratta questa nuova iniziativa di Ziello? La questione è seria. Nelle scuole italiane c’è un grande fabbisogno di insegnanti di sostegno per assistere gli studenti con disabilità (autismo, malattie genetiche gravi, disturbi psichiatrici, etc). Oggi, per diventare insegnante di sostegno, bisogna seguire dei corsi universitari; tuttavia, per accelerare la necessità di reperire personale qualificato, in via straordinaria il governo ha previsto fino al 2025 l’attivazione di corsi di specializzazione che abiliteranno all’insegnamento di sostegno. Questi corsi verranno tenuti dall’ente di ricerca pubblico Indire e dalle università pubbliche che faranno delle convenzioni con Indire.

Nei lavori di conversione parlamentare, l’on. Ziello ha presentato un emendamento per consentire che anche alle università telematiche sia data la possibilità di fare questi corsi di specializzazione straordinari per la formazione di insegnanti di sostegno. Un bel regalo al business della formazione online, che stavolta sta facendo sorgere numerose domande importanti: assistere bambini o adolescenti con disabilità è un’attività delicatissima che richiede competenze e formazione più elevata di quella richiesta ordinariamente, data la sensibilità della materia. Possiamo affidare bambini con problematiche gravi o gravissime a docenti formati nelle università dove, come spiegano le ultime inchieste, vengono concessi diplomi con troppa facilità? La domanda sta già angosciando il ministro Bernini.