Risiko bancario: lo sfogo di un lettore per l’assalto di BPER alla Popolare di Sondrio

Risiko bancario: lo sfogo di un lettore per l’assalto di BPER alla Popolare di Sondrio

22 giugno 2025

Caro Direttore,
da lettore amareggiato scrivo poiché vedo che nell’opinione pubblica sono davvero pochi i media e le istituzioni coraggiosi che difendono la Banca Popolare di Sondrio dall’attacco di Bper e si oppongono a questo risiko bancario che va nella direzione del capitalismo più sfrenato, non curante delle persone, delle imprese e dei territori che ci sono alle spalle.

Risiko bancario:
Innanzitutto l’impressione è che questo risiko venga raccontato con l’eccitazione e l’agonismo di una partita di calcio, piuttosto che con la preoccupazione che richiederebbe un evento così impattante su persone e imprese.
Viene insegnato al primo anno di università che i settori concentrati favoriscono solo le aziende che vi operano e non certo i clienti. Sappiamo anche che nessun altro paese Europeo ha milioni di PMI come l’Italia, per cui fare parallelismi con l’Europa mi sembra fuori luogo e forse superficiale. Infine, negli ultimi anni dove ci sono state acquisizioni bancarie c’è poi stata una stretta creditizia, per non parlare del saldo sempre più negativo del numero di sportelli ogni anno. Credo basterebbe questo per fermarsi a riflettere, per avere giornali, giornalisti, professori, esperti o semplici commentatori a cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento e di bloccare questa corsa apparentemente sfrenata al gigantismo bancario.

Popolare di Sondrio:
Venendo al caso specifico, credo che tutti dovremmo difendere la Popolare di Sondrio dall’attacco pericoloso di Bper.
Non si capisce davvero il motivo per cui una banca sana, veramente radicata nel territorio, che è sempre cresciuta per linee interne, che continua ad aprire nuovi sportelli e che ha nel piano triennale di aumentare il numero di filiali dovrebbe aggregarsi una banca che sembra andare nella direzione opposta, quella appunto del gigantismo bancario. È evidente come Bper abbia abdicato al ruolo di banca popolare e ormai aspiri a essere una delle banche italiane più grandi, cosa che a Sondrio invece non interessa minimamente. Purtroppo come diceva lo stesso Cimbri (Bper: Cimbri, fusione con Sondrio sarebbe operazione sbagliata (RCO) – Il Sole 24 ORE) è un carrozzone di altre banche ancora lontano dall’essere efficiente e una fusione adesso rischia di fare pasticci.
È palese che i vantaggi di questa operazione siano unilateralmente dalla parte di Bper-Unipol.

Ho letto spesso purtroppo analisi superficiali che parlano di “integrazione geografica”, “modelli simili” e “matrimonio naturale”, ma chi conosce bene la Popolare di Sondrio sa benissimo che non è così:

  1. I modelli distributivi sono ben diversi, Bper ha filiali mediamente grandi che applicano una certa aggressività commerciale, nulla a che vedere con l’agilità e la prossimità territoriale di Popso, dove invece si costruisce un vero rapporto, solido e fedele con i clienti, i quali sono più che disposti a recarsi fisicamente in filiale e pagare di più il servizio. È per questo che Popso è più redditizia di Bper e di altre banche.
  2. Nei resoconti dell’esercizio 2024 Bper ha espressamente indicato “razionalizzazione della rete di sportelli, come previsto dal piano industriale”. Nel piano B-Dynamic al 2027 (annunciato prima di lanciare l’Ops) aveva già indicato di voler ridurre il personale di quasi il 10% al 2027. È davvero questo quello di cui l’Italia ha bisogno?
  3. Perché nessuno chiede conto a Bper della desertificazione bancaria in Liguria? Se non fosse la causa post integrazione Carige, almeno dovrebbe prendersi la responsabilità di gestirla a tutela dei cittadini, no? Credo che la Liguria sia una bella rappresentazione di quello che accadrà in Valtellina se Bper avrà successo.
  4. Se l’Ops andasse in porto, migliaia di clienti cambierebbero banca scappando a gambe levate. L’arroganza e le continue provocazioni non fanno poi altro che alimentare l’antipatia dei più verso Bper. Trovo assurdo come sia consentito a Bper di omettere questo calcolo, in primis per una questione di rispetto verso i propri stessi azionisti.
  5. Darei molta più evidenza al ruolo dei piccoli azionisti: guardando i dati recentemente diffusi hanno più che raddoppiato gli iscritti rispetto al 2024. In assemblea hanno raccolto deleghe per oltre il 7,5% del capitale sociale. Se ci aggiungiamo quelli che la delega non l’hanno conferita siamo a ridosso (se non oltre il 10%). Significa essere il secondo azionista e appena sotto a Unipol! Credo che sia un bel caso scuola da apprezzare, pubblicizzare e perché no provare ad espandere. Sfido altre banche a fare altrettanto.

In sintesi il vero patrimonio di Popolare Sondrio è il rapporto con i clienti fedeli e fidelizzati, cosa che andrebbe totalmente persa in qualunque acquisizione. Mi chiedo come si possa essere così miopi da non riconoscerlo e come faccia Bper a non essere trasparente con i propri azionisti su questo punto. Stesso discorso per quegli investitori e fondi che mostrano una conoscenza davvero superficiale di quello che è Popso e pensano di poterla incasellare nel risiko al pari di qualunque altra banca.
Grazie per la cortese attenzione.

Cordiali saluti.

Lettera firmata