La Rai non rispetta la pluralità sindacale, l’ira di Confintesa
Il rifiuto della Rai di trattenere le quote sindacali dei propri dipendenti associati a Confintesa scatena la dura reazione di Francesco Prudenzano, segretario generale di Confintesa appunto che dichiara: «I Gattopardi della Rai vivono e vegetano con qualsiasi governo, anche quello del cambiamento, che non cambia nulla anzi peggiora le cose e non rispetta la pluralità sindacale».
«La Rai calpestando la volontà dei propri dipendenti che hanno voluto sottoscrivere la delega sindacale a favore di Confintesa e violando così i basilari principi di democrazia e di rappresentanza più volte enunciati in ordine ai contributi sindacali sia dalla Corte Costituzionale che da svariate sentenze di Cassazione, si rifiuta di raccogliere la quota mensile dei lavoratori dalla loro busta paga e di trasferirla a Confintesa. I dirigenti Rai, ancora una volta, dimostrano che non c’è discontinuità tra la vecchia dirigenza e la nuova voluta in nome di un cambiamento che non vuole in azienda organizzazioni sindacali che diano fastidio al manovratore. Il rifiuto di operare trattenute sindacali – continua Prudenzano – è la dimostrazione che questo Governo vuole cambiare tutto (a parole) per non cambiare nulla (nei fatti) così come sta avvenendo per l’informazione».
«È preoccupante – prosegue Prudenzano – che un’azienda pubblica come la Rai sia ancorata ancora a principi discriminatori antistorici e che non tengano conto nemmeno del fatto che Confintesa ha una sua rappresentatività proprio nella Pubblica Amministrazione.
E ancora: «Non si capisce, inoltre, perché un’azienda dello Stato debba essere rappresentata da un’organizzazione, Confindustria, che dovrebbe tutelare solo le imprese private e che, a detta del dirigente RAI che ha preso la decisione di non trattenere le suddette quote, fornisce le linee di relazioni industriali da tenere dimenticando che i “proprietari” della televisione di Stato sono i cittadini che pagano il canone annuo. Adiremo a tutte le vie previste dalla legge per il rispetto dei lavoratori e per ripristinare i principi di democrazia sindacale in un’azienda che evidentemente è abituata a fare come vuole anche con governi che fanno del cambiamento la loro bandiera ma, per comodità, lasciano tutto come era prima» conclude Prudenzano.