
Leonardo, cresce il malcontento dopo la sconfitta sugli Eurofighter all’Egitto
Una commessa da quattro miliardi di euro. Tanto valeva la fornitura degli aerei Eurofighter all’Egitto. Invece la gara, alla fine, è stata vinta dai francesi e adesso in Leonardo la delusione si sta trasformando in malcontento. Perché è soltanto l’ultima delle competizioni commerciali fallite negli ultimi tempi nel campo strategico della difesa.
Saranno contenti solo al PD, dove Enrico Letta e Lia Quartapelle, oltre al loro dichiarato amore per la Francia, possono ora congratularsi a vicenda per aver fatto pesare sulla bilancia dei rapporti con Al Sisi le polemiche sui casi Regeni e Zaki. Con tanti saluti a quei criteri di “realpolitik” che fino all’altroieri avevano consentito a Fincantieri di piazzare le nostre fregate Fremm alla marina egiziana. Per quanto riguarda gli aerei, no, niente da fare. E i francesi, senza troppo pelo sullo stomaco, ne hanno subito approfittato.
Come non aiuta neppure aver affidato le strategie industriali, commerciali e tecniche all’ex-007 Enrico Savio, buon manager solo per quanto riguardava i servizi. E per di più con un’attitudine bulimica a cercare di occupare ogni spazio, finendo così per intralciare il lavoro degli altri colleghi.
Certo, qualche piccolo successo c’è, come ad esempio il recente ingresso nel capitale di una grande azienda di elettronica tedesca come la Hansoldt. Ma a parte che il merito è dello scozzese Norman Bone e non del management italiano, c’è pure da sottolineare che con la percentuale azionaria acquisita Leonardo non potrà decidere granché senza l’accordo con la Cdp teutonica (buona fortuna).
Ecco insomma come si arriva al recente malcontento: disfatte commerciali, fatturato in calo, molti prodotti troppo vecchi e pochissimi nuovi, ricerca e sviluppo mortificati, macchine ferme e scarsa capacità di strategie e visione.
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