Leonardo: pagati a KKR i 600 mln per il 25% di Hensoldt; peccato che oggi valga la metà
Il supermanager Alessandro “Arrogance” Profumo si era molto seccato per la Sassata del 16 dicembre scorso. Il solo fatto di avergli ricordato il discutibile affare, tanto strombazzato ad aprile, dell’acquisto del 25% della società tedesca Hensoldt, leader nell’elettronica, lo aveva messo di cattivo umore. Perché quanto contenuto in quella Sassata era difficilmente smentibile. Difatti si era limitato a far trapelare che il pagamento dei 606 milioni di euro a KKR non poteva affatto essere definito un “incubo”, viste le ricche linee di credito di cui Leonardo poteva disporre nell’universo bancario. Vero. Peccato che l’incubo, per un banchiere di chiara fama come lui, non riguardasse tanto la rapida vendita (per fare cassa) delle “business unit” dell’Oto Melara e della Wass alla cordata franco-tedesca KNDS, quanto piuttosto il valore reale di quel 25% di Hensoldt.
E siccome proprio ieri Leonardo ha onorato quanto promesso, pagando i 606 milioni, sarà il caso di ribadire la discutibilità di questo strepitoso investimento. E chiedere ad “Arrogance”: è vero o non è vero che alla valutazione dei 600 milioni si è arrivati attribuendo a ciascuna azione un valore di 23 euro, contro i 15-16 di quello reale in quel momento?; ed è vero o non è vero che alla quotazione di oggi, il valore dell’azione è di appena 12 euro?
E allora: non è corretto parlare di incubo, visto che si sono versati 606 milioni per un controvalore di 300?
Senza contare che se davvero si dovesse arrivare al “delisting” della Hensoldt, il brillante investimento si ridurrebbe all’acquisto di qualcosa molto vicino alla carta straccia…
Detto questo, occupiamoci ora del valore del titolo Leonardo dal 2017 ad oggi, cioè da quando la politica (ed in particolare il Pd) ha deciso di affidare un colosso come l’ex-Finmeccanica ad un banchiere. Non bastavano gli errori della gestione del ferroviere Mauro Moretti. Macché, meglio perseverare. E così oggi, il valore di un’azione di Leonardo è crollato da 15 a 6,5 euro. Un dato difficilmente contestabile. E che se viene rapportato a quelli dei principali competitor internazionali, offre il seguente ancora più sconfortante panorama: Boeing +26%; Eads +30%; Lockheed Martin +37%; Northrop Grumman +47%; Raytheon +11%; Thales -14%; Bae -25%; Leonardo -64%.
Può bastare per placare la seccatura di “Arrogance” e invitarlo ad occuparsi di bloccare il “piano inclinato” lungo il quale sta precipitando Leonardo?