
Leonardo: Pontecorvo lotta (invano) per la riconferma cercando l’aiuto di Forza Italia
Mentre gli osservatori esterni cercano di decifrare l’esatta portata di “Michelangelo Dome”, il sistema che promette di proteggere il cielo europeo appena presentato con suono di trombe e rullo di tamburi, all’interno di Leonardo c’è grande fermento.
I fronti sono due: da una parte c’è l’intensa attività di Stefano Pontecorvo per riuscire ad ottenere la conferma come presidente, dall’altra comincia a delinearsi la strategia di Roberto Cingolani per arrivare rapidamente al nuovo modello organizzativo.
Pontecorvo, dopo aver scelto la saletta riservata del ristorante “Il Piacere” di via Oslavia come base per la campagna di arruolamento, si dice già convinto di poter succedere a sé stesso in primavera. Assicura gli amici e i collaboratori più fidati di aver già ottenuto l’appoggio di Forza Italia e dello stesso vice-premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Peccato che nel Palazzo non risulti a nessuno che la presidenza di Leonardo sia stata inserita in scelte lottizzatorie e che dall’interno del governo sia invece confermata la linea del rinnovo dei soli AD che hanno ben meritato.
Difatti, oltre a Pontecorvo, dovrebbero essere sostituiti anche Zafarana all’Eni e Scaroni all’ENEL.
Molto fermento, come s’è detto, c’è poi intorno alla riorganizzazione aziendale. Con le direttive, ad esempio, che Cingolani ha dato per quanto riguarda il futuro assetto di LGS dopo l’uscita dell’AD Stefano Grassi e l’attribuzione di tutte le deleghe operative al presidente, cioè a Filippo Grasso.
Il Chief Corporate Bodies & Institutional Affairs Officer di Piazza Montegrappa si è subito messo al lavoro e ha già fatto capire che ora in azienda cambieranno molte cose in tema di procurement e gestione dei fornitori, in una politica di trasparenza che si concretizzerà anche nello scardinamento di vecchie rendite di posizione.
Una piccola rivoluzione di cui c’era un gran bisogno. Sempre che dalle parole si arrivi davvero ai fatti.


