Leonardo: dietro l’attacco di Salvini a Profumo c’è il desiderio della “marcia su Roma” di Marco Bucci

Leonardo: dietro l’attacco di Salvini a Profumo c’è il desiderio della “marcia su Roma” di Marco Bucci

31 marzo 2021

In tempo di nomine, ricominciano le “grandi manovre” per far finire nel calderone anche il vertice di Leonardo, che pure non sarebbe in scadenza. Nei giorni scorsi, approfittando della mancata IPO di DRS, Matteo Salvini è ripartito all’attacco di Alessandro Profumo.

Un mossa strumentale, perché se è plausibile che la Sec, la CONSOB americana, chieda di spiegare meglio nel prospetto di quotazione le pendenze giudiziarie dell’AD dell’ex-Finmeccanica, è altrettanto vero che la solidità di Leonardo ha poi già consentito di recuperare in Borsa quasi tutto ciò che aveva perduto per l’IPO abortita.

Ma dietro questo attacco c’è dell’altro: la smania di Salvini di contare di più nel panorama delle grandi aziende controllate dal MEF e l’ambizione del sindaco di Genova, Marco Bucci, di ritornare a fare il manager dopo l’ottima esperienza commissariale per la ricostruzione del ponte Morandi.

Il combinato disposto, porta a configurare una sorta di “marcia su Roma” con un duplice obiettivo: subito un posto per Bucci nel CDA di Webuild del suo amico e sostenitore Pietro Salini (a cui ha assicurato il suo endorsemet, malgrado le inchieste sul Terzo Valico) e -se dovesse andare per aria quello di Leonardo- un’altra bella poltrona pure in Piazza Montegrappa. Su questo stanno lavorando il governatore della Liguria Toti e il boss leghista ligure Rixi.

A muoversi e a tramare contro Profumo, comunque, non ci sono solo Salvini, il fido ministro Giancarlo Giorgetti e la Lega. Anche il M5S, Forza Italia e Italia Viva, sono pronti a dare battaglia contro l’Ad dell’ex-Finmeccanica, difeso ormai soltanto dal Pd e soprattutto dal neo-segretario Enrico Letta. E le candidature per una possibile successione aumentano giorno dopo giorno.

Si va dall’ex-braccio destro di Marchionne, Alfredo Altavilla, a Flavio Cattaneo (già DG Rai e AD TIM, ora ad Italo); da Lorenzo Mariani, AD di MBDA Italia, a Giuseppe Giordo, reggente della Divisione Navi Militari di Fincantieri; per finire con Fabrizio Palermo, qualora dovesse perdere la battaglia con Il draghiano “doc” Dario Scannapieco per la guida di Cdp. Insomma: avanti, c’è posto…