La lettera dei militari, “troppi errori contro gli arruolati con la legge 958”
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un gruppo di militari che denunciano errori nei confronti di tanti colleghi arruolati con la legge 958.
Caro direttore,
Siamo un gruppo di militari del ruolo Sergenti dell’Esercito, tutti arruolati con la legge 958. Vi scriviamo per denunciare il comportamento fortemente scorretto da parte di alcuni nostri colleghi parigrado, nostri rappresentanti al Cocer Interforze, che va contro ogni logica dello spirito di corpo che contraddistingue in particolar modo i militari.
Con il riordino delle carriere varato dal governo qualche mese fa, lo Stato si è accorto, dopo ben 23 anni, di aver commesso un grave errore nei confronti di tanti militari arruolati con la legge 958. Era il 1995 quando questa legge fu abrogata con il conseguente termine dei “vecchi corsi Allievi Sottufficiali” e l’istituzione dei nuovi corsi Allievi Marescialli varati dall’Esercito nel 1998. Nel nuovo disposto normativo, l’art. 2197 ter del COM recita:
per il solo anno 2018 è bandito un concorso straordinario per titoli ed esami per il reclutamento nei ruoli dei Marescialli dell’Esercito italiano, della Marina militare e dell’Aeronautica militare. Il concorso è riservato al solo personale appartenente ai ruoli sergenti e volontari in servizio permanente arruolato ai sensi della legge 24 dicembre 1986, n. 958, e successive modificazioni, e transitato in servizio permanente ai sensi degli articoli 35, comma 2, e 36, del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 196, anche in deroga ai vigenti limiti di età, in servizio alla data del 31 dicembre 2016 e in possesso dei seguenti requisiti:
a) diploma di istruzione secondaria di primo grado;
b) non aver riportato nell’ultimo biennio sanzioni disciplinari più gravi della consegna.
Con decreto del Ministro della difesa di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, è stabilito il numero dei posti a concorso ripartiti per ruoli di provenienza e per Forza armata di appartenenza.
In relazione alla natura straordinaria del concorso:
a) i vincitori sono immessi nel ruolo dei marescialli con il grado di maresciallo e corrispondenti con le seguenti decorrenze: 1) se provenienti dal ruolo dei sergenti: 1° gennaio 2018; 2) se provenienti dal ruolo dei volontari in servizio permanente: 1° luglio 2018;
b) i vincitori del concorso sono tenuti a frequentare un corso di formazione della durata massima di tre mesi, qualora ritenuto indispensabile dalla Forza armata di appartenenza nel grado di maresciallo;
c) ai vincitori del concorso è assicurata la permanenza, almeno biennale, nella propria sede di servizio.
Quindi possono partecipare i militari individuati dal dlgs 196/1995, e dunque i vincitori del primo e del secondo corso sergenti e fino al terzo per i graduati.”.
Il concorso è stato bandito e, seppur a rilento con una non massiccia adesione, sta proseguendo il suo corso fino alla prevista scadenza di presentazione delle domande che avverrà il prossimo 4 febbraio.
Il nocciolo della questione sta nel fatto che un rappresentante del Cocer, Domenico Bilello, ha deciso che vuole far annullare tale concorso proponendo a tanti colleghi che non concordano con questo concorso di proporre ricorso al TAR del Lazio. Dovrebbe invece incentivare la partecipazione a questo concorso in quanto, dopo anni, lo Stato ammette un errore commesso che ha fortemente penalizzato dei Sottufficiali.
Certo, per questo concorso sarebbe potuto esser meglio strutturato e tante altre cose ma comunque è stato bandito. Altri due concorsi, anch’essi da poco banditi, invece, meriterebbero ben altra considerazione. Il primo è il 18 concorso interno per 68 Allievi Marescialli dell’Esercito nel quale le sperequazioni sono una montagna:
- differenza di limite di età tra graduati (45 anni) e Sergenti (40 anni);
- differenza di titoli di merito da valutare tra le due categorie. Questo punto è da focalizzare: tra i titoli presenti nella sola categoria dei graduati ne esiste uno abbastanza particolare: DECORAZIONE D’ONORE INTERFORZE DELLO STATO MAGGIORE DELLA DIFESA. Molti potrebbero confonderla con il nastrino di merito per il servizio prestato presso lo Stato Maggiore della Difesa dopo almeno due anni di servizio. Orbene sono due ricompense completamente differenti; la DECORAZIONE D’ONORE INTERFORZE DELLO STATO MAGGIORE DELLA DIFESA viene concessa dal Capo di Stato Maggiore della Difesa principalmente a Capi di Stato Maggiore di forze armate straniere e raramente al personale delle Forze Armate Italiane; sicuramente verranno insigniti di questa onorificenza alcuni Generali, qualche Colonnello o Ufficiale particolarmente vicino al Sig. CaSMD. Effettivamente è cosi … tranne per due Graduati particolarmente vicini all’ex Capo di Stato Maggiore della Difesa, insigniti appunto con questa onorificenza che, ricordiamo da diritto a ben 5 punti sui titoli di merito. NON E’ UNA PORCATA??? E NESSUNO SI LAMENTA!
Il secondo è il concorso per Ufficiali RS dell’EI, da quest’anno anche i graduati in servizio permanente possono presentare la loro candidatura.
Chi si lamenta che i graduati possano partecipare al concorso straordinario per marescialli ex 958 (motivi: non si sono mai messi in gioco, non hanno mai comandato e ora comanderanno un plotone) non si lamenta che quegli stessi VSP che ora critica, concorrono per il concorso RS e se li ritroverà comandanti di compagnia o peggio, un giorno, comandanti di battaglione). L’ignoranza e i propri interessi regnano sovrani.
Noi tutti speriamo che qualcuno possa intervenire.
Cordialmente, gli aspiranti al concorso marescialli riservato al personale militare arruolato con la legge 958 … sperando che questo concorso non venga annullato recando danno a tanti colleghi che vogliono migliorarsi e riprendersi, in un certo senso, qualcosa che gli è stato tolto vent’anni fa! Grazie ancora.
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Nota della redazione – dopo la pubblicazione di questa lettera, ci ha scritto il dott. Bilello, citato nel testo dagli autori della missiva. Abbiamo così eliminato dal testo originale i riferimenti alla sua persona proprio per evitare di accreditare intenti diffamatori, che ci sono del tutto estranei, essendoci limitati ad esercitare il solo diritto di cronaca. Qui di seguito la sua replica:
Sono Domenico BILELLO, citato diverse volte nell’articolo. L’invito a farmi tacere è oltremodo grave sotto il profilo giuridico ed in ogni caso sarà oggetto di valutazione da parte dei miei legali. È mendace il riferimento alla mia persona per l’organizzazione dei ricorsi, che sono diversi non attivati dal sottoscritto.