Lungara, da circolo per sottufficiali a (costoso) circolo anziani per Generali in pensione
Nel 1990, nel comprensorio “Lungara”, lo Stato maggiore dell’Esercito ha realizzato un circolo ricreativo per sottufficiali, con tanto di foresteria (in cui si rintanò Spadolini quando era ministro della Difesa), pizzeria e sala convegni. Il tutto con lo scopo di promuovere la “socialità” fra i diversi componenti delle nostre forze armate.
La posizione centrale del circolo lo rendeva logisticamente perfetto. Forse troppo. Via della Lungara, progettata dal Bramante e ricordata come una tra le più belle prospettive di Roma, ospita numerose istituzioni di prestigio. Nello stesso comprensorio, infatti, ha sede anche il Centro Alti Studi della Difesa (CASD) organismo di alto livello nel campo della formazione “dirigenziale”.
Nel 2006, il CASD – di concerto con lo Stato Maggiore della Difesa – ha avviato un progetto di ampliamento per potenziare la propria struttura. La diabolica idea era far sloggiare i sottufficiali, trasferendo il circolo nella periferica Caserma Zignani, ed effettuare importanti – e costosi – interventi di rilocazione, per consentire al prestigioso Casd di occupare l’intera struttura della Lungara. Una vicenda penosa che, nel dicembre 2006, aveva portato addirittura a un’interrogazione parlamentare in commissione Difesa al Senato davanti all’allora ministro Arturo Parisi.
Il CASD, manco a dirlo, ha avuto la meglio su quei poveracci dei sottufficiali: il circolo è stato fatto sloggiare e la pizzeria, che andava alla grande con i suoi menu convenzionati per la “bassa forza” delle FFAA, ha dovuto chiudere.
I (pre)potenti generali in pensione hanno dunque creato una succursale del CASD che, da Centro Alti Studi Difesa si è così trasformato in un Centro Anziani Senza Decenza. E finalmente i nostri pensionati hanno un posto tutto loro dove giocare a Risiko pensando ai bei tempi andati.
Se questo non fosse sufficientemente vergognoso, aggiungiamo che i primi lavori di ristrutturazione dei locali della pizzeria – avviati quattro anni fa, con il beneplacito del diabolico duo Graziano/Pinotti – sono costati 40mila euro.
A questi soldi vanno sommati 144.137 euro – 96mila per i lavori di riqualifica, 20.703 per la falegnameria, 27.614 per gli arredi – per il rifacimento totale degli uffici, della sala conferenze, più due bagni completamente nuovi. Denaro da tirare fuori dalle tasche di noi contribuenti, ovviamente. E non è ancora finita, perché sono previste altre spese per accontentare i nostri capricciosi generali in pensione.
Bene. La domanda è la seguente: cosa ne pensano di questi sprechi di denaro pubblico la ministra Trenta e il nuovo CSMD Vecciarelli?