Matteo Salvini scala l’Ugl? E poi che ci fa?

Matteo Salvini scala l’Ugl? E poi che ci fa?

30 novembre 2017

Rimanendo in tema di cronache sull’Ugl, ieri il Fatto Quotidiano ha riportato un articolo su cinque colonne che titolava: Salvini si prende pure l’Ugl e insidia Meloni da destra”.

La sintesi dell’articolo racconta della, presunta, scalata di Salvini per “prendersi” il sindacato di via delle Botteghe Oscure e, come testualmente scrive il Fatto, “avere a disposizione un canale privilegiato d’inserimento nel centro sud, territorio dove da sempre l’Ugl vanta una presenza radicata”.

Il virgolettato racchiude, secondo il Fatto Quotidiano tutta la strategia del segretario della Lega, anzi di Noi con Salvini, per raccogliere voti al centro sud. Prendiamo atto e ne diamo volentieri notizia che il Segretario generale del sindacato ha postato immediatamente su Facebook una sua dichiarazione che non si capisce se smentisca quanto riportato dal Fatto oppure avalli quello che il Fatto ha scritto.

Francesco Paolo Capone scrive:”Capisco che molti organi di stampa vogliano “tirarci per la giacca”, ma ribadisco per l’ennesima volta che noi non apparteniamo a nessuna “parrocchia” politica, ma siamo solo la base sociale del centro destra italiano di cui vogliamo sempre di più rappresentare gli interessi sindacali e del mondo del lavoro in generale”.

Ora senza entrare nel merito delle reali intenzioni del segretario leghista ci sembra di capire che Capone ritiene di essere il “sindacato del centro destra”, posizione più che legittima ma poi dice di voler rappresentare gli interessi del mondo del lavoro in generale. Bravo Capone questa sì che è un’affermazione da veri sindacalisti.

Il sindacato non può essere né di destra né di sinistra, ma appartiene e rappresenta solo i lavoratori come Confindustria rappresenta e difende solo gli interessi degli imprenditori sia che votino per Renzi che per Berlusconi o per Salvini.

Il sindacato, per sua natura è (o dovrebbe essere) apartitico il che non vuol dire che è apolitico occupandosi di politica sindacale ovvero di tutte quelle azioni idonee a difendere solo ed esclusivamente i lavoratori e che debbono essere messe in campo dal Parlamento con leggi adeguate.

Partendo da questo assunto Capone non dovrebbe dire di essere “la base sociale del centro destra” ma la base sociale di un pezzo di Italia che lavora e che alla fine del mese deve portare a casa uno stipendio e alla fine della sua vita lavorativa una pensione dignitosa.

I lavoratori non possono essere divisi dalle stesse logiche che mandano avanti la politica, sono una “lobby” e non una corporazione. L’errore della sinistra è stato quello di voler egemonizzare il mondo del lavoro attraverso la vecchia “cinghia di trasmissione” tanto vituperata dalla triplice ma mai politicamente superata.

La diversità dell’Ugl dovrebbe essere rappresentata dai Valori che la stessa ha ereditato dalla Cisnal che a sua volta fece propri i principi del sindacalismo Corridoniano che si divideva (e non si confondeva) in sindacalismo nazionale e sindacalismo rivoluzionario.

Almeno questa volta, per non essere accusati di essere “anti_Ugl”, evitiamo polemiche sugli episodi accaduti negli anni scorsi, episodi che vengono peraltro sintetizzati dall’articolo del Fatto, ma vogliamo soffermarci sul fatto che un Sindacato, come giustamente dice Capone (così non ci si può accusare di dargli sempre addosso) non appartiene a nessuna “parrocchia politica” ma appartiene solo e sempre ai lavoratori.

Ora, quindi, bisognerà vedere, nei prossimi mesi quali saranno le mosse politiche di un sindacato che negli ultimi tre anni e mezzo è salito agli onori della cronaca non per meriti sindacali ma per meriti giudiziari e che proprio grazie a questi (de)meriti ha perso migliaia di associati oltre a perdere la rappresentatività in molti settori a partire dal pubblico impiego per finire con il settore del credito.

Di fronte a questo “calo” dell’Ugl, di cui forse il segretario Matteo Salvini non è a conoscenza, non si capisce come la Lega possa credere che l’Ugl diventi invece “la cinghia di trasmissione” o il “cavallo di Troia” per prendere voti al sud.

Mantenendo fede a quanto sopra scritto vogliamo credere alle parole di Capone, relativamente all’appartenenza politica dell’Ugl, ma non capiamo perché le voci che girano e che vengono riportate, anche dal Fatto, su presunte candidature nelle liste di Noi con Salvini di esponenti del sindacato (chi parla del vice segretario Durigon chi dello stesso Capone) non vengono immediatamente smentite, ammesso che non è reato candidarsi con qualcuno per soddisfare le proprie legittime aspirazioni ma non è corretto utilizzare il sindacato per arrivare in Parlamento.

Se era valido per Renata Polverini questo teorema perché deve valere per altri? Quello che annotiamo è che, da sempre, quando si riceve da un partito politico un regalo come una candidatura, magari in un buon collegio, bisogna dare una contropartita e non ci sembra che oggi l’Ugl sia in grado di dare qualcosa a qualcuno in termini elettorali. Probabilmente questa cosa l’ha capita Giorgia Meloni che non si è appassionata più di tanto in pseudo accordi politici con via delle Botteghe Oscure. Comunque mancano pochi mesi alle elezioni e vedremo lo sviluppo dei fatti.

All’interno dei vertici Ugl convivono molte anime partitiche tutte facenti capo al centrodestra e sarà interessante vedere chi sceglierà la Lega al posto della Meloni o degli IDEAlisti di Andrea Augello o dei forzisti Polveriniani ancora presenti nel sindacato. Ci sarà da divertirsi. Intanto ai dipendenti dell’Enas chi ci pensa?