Media compiacenti per il “caso Franceschini-Di Biase”: nessuna domanda sgradita su MIC e futuro della corrente DEM del Pd.
Giornalisti in ginocchio per la presentazione dell’imperdibile romanzo “Aqua e tera” dell’ex-ministro Dario Franceschini. Cronaca pura dell’importante avvenimento culturale, che precederà certamente il transennamento davanti alle librerie italiane per contenere l’orda di acquirenti del libro, come peraltro è sempre avvenuto per le precedenti fatiche letterarie del “ras del MIC”.
Peccato che alcuni dei cronisti impegnati nell’esaltazione del volume siano gli stessi che si sono contraddistinti nei mesi scorsi per inseguire ministri ed esponenti del centrodestra cui strappare commenti su polemiche che non riguardavano affatto l’avvenimento in corso.
Ci spieghiamo meglio. A Franceschini nessun giornalista si è degnato di fare domande sullo scandalo degli interessi dello 0% sui depositi dei conti di ALES da parte del Monte dei Paschi, controllata del MIC, durante la sua gestione del dicastero. E neppure sull’ormai deciso affidamento della corrente DEM del Pd a sua moglie Michela Di Biase (sia pure in tandem con l’ex sindaco di Firenze, Dario Nardella).
Ecco, non erano argomenti meritevoli di approfondimento? Sicuramente sì, ma per certi colleghi (si fa per dire) quello che vale per l’attuale maggioranza di governo non può certo valere per la minoranza politica nella quale si riconoscono.
Quindi, nessuna domanda che possa risultare sgradevole ai loro beniamini. Compresa la signora Franceschini (che pure era presente alla presentazione del libro del marito), nuovo astro nascente del fronte interno Pd pro-Schlein, che sta facendo rapida carriera solo perché è brava; non come i familiari della presidente del Consiglio e degli altri esponenti del centrodestra, tutti raccomandati.
Altro che giornalisti, sono allo stesso livello dei tifosi delle curve.