MEF, IL SUPER DIRETTORE DELLE PARTECIPATE E’ ANCHE PARTNER DI UN FONDO A LONDRA: E I CONFLITTI D’INTERESSE?

MEF, IL SUPER DIRETTORE DELLE PARTECIPATE E’ ANCHE PARTNER DI UN FONDO A LONDRA: E I CONFLITTI D’INTERESSE?

21 luglio 2024

Manuale del conflitto di interessi. Capitolo 1, pagina 1, riga 1: se siedi in un consiglio di amministrazione di una società, non puoi partecipare alle riunioni strategiche della sua diretta concorrente.

A quanto pare al Ministero dell’Economia qualcuno si è dimenticato questa regola e da quando abbiamo svelato il doppio ruolo di Simone Vellucci si è scatenato un putiferio. Il dirigente del Mef, infatti, è membro del CdA di NetCo, la società nata dallo scorporo della rete di Tim e che vede protagonista il fondo americano KKR; ma, al contempo, è pure l’uomo utilizzato da Marcello Sala, DG delle partecipate Mef, per analizzare alcuni aspetti regolatori e politici nelle riunioni strategiche con Open Fiber.

NetCo e Open Fiber sono concorrenti nella messa a terra della rete in fibra ottica italiana. La concorrenza, sia chiaro, è una cosa sana, ma se si gioca con regole chiare e pulite. Ed è ovvio che un membro del CdA di NetCo è obbligato a fare gli interessi di NetCo, quindi non dovrebbe essere il volto del governo al tavolo con Open Fiber per risolvere i problemi di un’azienda che appartiene allo Stato (il 60% è di Cdp, il 40% del fondo internazionale Macquarie).

Del resto, il frutto non cade lontano dall’albero. Il capo di Vellucci, come detto, è Marcello Sala, anche lui lambito dal conflitto di interessi. Il super direttore delle partecipate, che dialoga costantemente con KKR (e spesso partecipa con Cassa Depositi e Prestiti e altre grandi società ai road show nel Middle East), risulta essere partner emerito (e quotista) di un fondo privato che si chiama Apis. Basato a Londra con più di un miliardo di euro in gestione, è un private equity che raccoglie denaro e investe in progetti dove prevede grandi profitti. Esattamente il modello di fondo che guarda solo agli interessi dei propri investitori e che tanto è criticato da buona parte dell’attuale esecutivo.

Così, la domanda che echeggia nei corridoi di via XX Settembre in queste ore è: come fa un direttore generale del Mef a essere quotista di un fondo che deve raccogliere soldi sul mercato? Il conflitto di interessi deve essere probabilmente sfuggito a qualcuno. Altri, preoccupati, hanno deciso di alzare le antenne e supervisionare, anche perché ci sono società come Cdp Equity che hanno a che fare tutti i giorni con investitori e investimenti.

Tornando su Open Fiber, adesso che la coppia Sala-Vellucci è venuta alla scoperto ci sarà maggiore attenzione alle mosse di KKR e ai suoi tentativi di influenzare i tavoli. Nessuno può permettersi che Open Fiber fallisca, per Cdp vorrebbe dire un esborso di 2 miliardi di euro oltre ai denari che ha già versato in questi anni, in un momento in cui lo Stato ha bisogno di liquidità; nonché una figura barbina con le 34 banche che hanno investito nell’azienda e 10.000 dipendenti per strada. Ovviamente, poi, verrebbe meno la digitalizzazione del Paese. Insomma, NetCo farebbe meglio a non mettere i bastoni fra le ruote di Open Fiber: il messaggio del governo è stato chiaro.