Nell’indifferenza degli elettori, cresce l’inutile rabbia delle sinistre contro il governo e le destre: i dati-spia dei sondaggi e della crisi dei “giornaloni”

Nell’indifferenza degli elettori, cresce l’inutile rabbia delle sinistre contro il governo e le destre: i dati-spia dei sondaggi e della crisi dei “giornaloni”

16 settembre 2024

Certo, i sondaggi sulle intenzioni di voto saranno pure semplici orientamenti, ma quando sono sostanzialmente concordi nell’indicare la buona salute del governo e dei partiti di centro-destra, qualcosa dovrà pure significare. Soprattutto quando possono essere sovrapposti alle vendite sempre più in calo dei “giornaloni” che aizzano quotidianamente i loro lettori contro Giorgia Meloni e i ministri (e non solo) del suo esecutivo.

E allora vediamoli nel dettaglio questi dati. Cominciando – grazie alle preziose e puntuali classifiche stilate da Prima on line – per quanto riguarda la crisi della diffusione dei quotidiani che si distinguono negli attacchi contro gli appartenenti allo schieramento del centro-destra.

Al primo posto assoluto c’è “La Stampa”, che – rispetto al luglio dell’anno scorso – fa registrare un eccellente -11,86 % nel numero delle copie individuali vendute (da 75.242 a 66.320) e un ancora migliore -14,23% in quelle cartacee (da 60.314 a 51.731).

Ottimo il risultato anche dell’altra testata del Gruppo GEDI-Elkann, “la Repubblica”: -6,14% (da 113.851 a 106.859) e -7,24% (da 74.958 a 69.529).

Ma pure il “Corriere della Sera” non scherza, per la gioia di Urbano Cairo e dei “cugini” de “La 7” dove la faziosità è ancora più radicata: -6,20% (da 228.908 a 214.717) e -9,81% (da 136.612 a 123.210).

Unico giornale, in una crisi oggettivamente generale, a far registrare un dato in controtendenza (almeno per quanto riguarda le copie “individuali” vendute) è “il Fatto quotidiano” (+3,92%), che però in compenso cala parecchio sulle cartacee (-11,42%).

E veniamo ai sondaggi sulle intenzioni di voto. Dove l’“effetto Renzi” (la sua foto abbracciato alla Schlein nella partita parlamentari-attori si sta rivelando un vero boomerang) ha sconvolto la base, spingendo di nuovo molti elettori verso il M5S.

Secondo Pagnoncelli, il Pd cala dal 24,1% delle europee al 21,6%, con i grillini in risalita al 13,9% contro il 10% e anche AVS in discesa dal 6,7% al 6%. Il tutto con i partiti di centrodestra stabili, malgrado il tanto strombazzato “caso Sangiuliano”.

Mannheimer, per il salotto degli “ultra” di “Piazza Pulita”, è ugualmente devastante: FdI al 30,1% e Pd al 23,1% (in calo dell’1,6%) e M5S all’11,2% (+1,2%).

Ma anche SWG stima FdI al 30,2%, contro il Pd al 22,5% e M5S all’11,5%.

Insomma, pare proprio che agli italiani interessino poco o nulla le campagne dei “giornaloni” contro Giorgia e Arianna Meloni, Guido Crosetto, Francesco Lollobrigida e perfino Gennaro Sangiuliano.

Anzi, non ne possono più delle “rivelazioni” dei cosiddetti “giornalisti investigativi” (sic!) di certi media militanti dell’antifascismo stile ANPI.

E non avendo altra arma a disposizione per manifestare il loro disprezzo, mese dopo mese, smettono di comprarli.