
Open Fiber e il rebus dell’ad: può vendere o no a Fibercop? (Seconda puntata)
Il destino della rete italiana in fibra è sempre più un incubo. E stamattina qualcuno al Dipartimento dell’Innovazione si è svegliato di soprassalto con un dubbio: ma l’ad di Open Fiber ci sta dicendo tutta la verità?
Riavvolgiamo il nastro. La scorsa settimana c’è stato un consiglio di amministrazione di Open Fiber per decidere quale linea tenere di fronte al governo sulla proposta di Fibercop di prendere 5 lotti delle aree grigie dalla sua concorrente.
Poche ore dopo si è tenuta la riunione al dipartimento guidato da Alessio Butti, presenti i rappresentanti delle due aziende e altri rappresentanti di governo. L’ad di Open Fiber, Giuseppe Gola, doveva arrivare con una linea: i lotti non si possono cedere, perché non ci sono i tempi tecnici per farlo. Ma a quanto pare nella riunione non è stato così netto, anzi avrebbe lasciato aperta la porta a una possibile trattativa per la cessione delle aree grigie a Fibercop e avrebbe illustrato al Dipartimento la disponibilità a valutare la vendita dei lotti.
Qualcuno dice anche dando mandando a degli advisor per argomentare i valori dell’operazione. Fibercop si è così alzato dal tavolo di lavoro con un sorriso a 36 denti e Butti era più sereno di riuscire a chiudere l’operazione in tempi brevi.
Poi il fulmine a ciel sereno di queste ore appena passate. Nelle posizioni riportate dalla stampa sembrerebbe che Gola non avesse alcun mandato da parte del suo CdA a trattare per cedere i lotti delle aree grigie. In particolare salta agli occhi la contrarietà di Macquarie, il fondo australiano socio di Cdp in Open Fiber.
E così nei corridoi del Dipartimento all’Innovazione qualcuno continuava a dubitare: ma Gola ha il mandato a vendere le aree grigie a Fibercop o non lo ha?
Domani ci sarà il nuovo tavolo di lavoro con le due aziende presenti.
Può succedere di tutto.
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