ORCEL, IL BANCO E QUELLA VOGLIA DI MEDIOBANCA

ORCEL, IL BANCO E QUELLA VOGLIA DI MEDIOBANCA

18 gennaio 2025

Milano, Roma, Siena, Venezia, Bologna. In ogni città dove c’è un po’ di finanza il gioco da tavolo più venduto e chiacchierato è quello del risiko. Bancario, ovviamente. Tutti a ipotizzare scenari, reali o fantastici, in questa stagione frizzante che vede gli istituti di credito italiani al centro della scena, dei ragionamenti, del dibattito politico, del borsino di piazza affari.

E così qualcuno, soprattutto dall’accento milanese, prova ad andare oltre le letture ormai quotidiane, quasi noiose, e ad ipotizzare qualcosa di nuovo. E mentre tutti parlano di ciò che è noto, spunta all’orizzonte il nome di Mediobanca.

Un passo indietro nel ragionamento. Dopo che per qualche anno il Monte dei Paschi è stata la banca che doveva convogliare a nozze con il Banco Bpm, per particolare aspirazione della Lega, adesso quella strada sembra ormai sul viale del tramonto. Il Banco appare ormai caduto tra le braccia di Orcel che qualche settimana fa ha inviato un’offerta per conquistarlo. Queste nozze saranno davvero tra Unicredit e l’istituto guidato da Massimo Tononi e Giuseppe Castagna? Se Orcel rilancerà sul prezzo, probabilmente sì, visto anche il favore dei grandi azionisti del Banco e visto soprattutto il benestare, così sembrerebbe, di una parte importante della Roma che conta: la Roma politica, certo, ma anche la Roma impegnata da un po’ di tempo nella finanza.

Una Roma, al meglio rappresentata dall’autorevole figura dell’Ingegnere con la I maiuscola, Francesco Caltagirone, che ha spostato l’interesse sul Monte e su una eventuale combinazione con Anima, quell’azienda gestore di fondi che ha una forte partnership con il Banco stesso, societaria e commerciale, tanto che sta provando a comprarla tutta.

E qui viene il punto. La vulgata vuole che Unicredit comprerà il Banco ma lascerà andare via Anima, che si accoppierà con il Monte. Roma è d’accordo, Milano pure.

Ricapitolando: Intesa resta la regina indiscussa delle banche. Il secondo polo può essere conquistato da Unicredit-Banco. E il terzo polo è del Monte, che compra Anima (con Cimbri che aspetta alla finestra il prossimo governo a lui più favorevole per provare a unirsi a Siena).

Da qui, sistemati i poli, ecco l’idea su cui si fantastica a Milano: lasciar comprare anche Mediobanca a Unicredit. Del resto, “i due vecchi”, Caltagirone e gli eredi Del Vecchio, non vedrebbero male la cosa.