Ordine dei giornalisti, le linee guida per una riforma necessaria
In un periodo storico in cui l’italiano medio “si informa” sui social network, mettendosi alla mercé di bufale e fake news, la professione giornalistica assume un ruolo ancor più delicato.
Sì, perché è compito del giornalista far sì che i cittadini vengano informati correttamente: per questo motivo, il suo lavoro – edificato sulla verità dei fatti, sulla verifica delle fonti e su un approccio deontologico alla professione – fa davvero la differenza nella giungla di informazioni in cui ci troviamo a vivere.
Essere giornalisti, dunque, deve rappresentare una sorta di garanzia per il cittadino che ha il diritto di ricevere un’informazione corretta, libera e autorevole.In tal senso, diventa fondamentale porre la dovuta attenzione all’accesso alla professione.
Per questo motivo, lo scorso ottobre, il Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti ha approvato le linee guida per la riforma della professione.
Per diventare giornalisti occorre superare un esame di idoneità professionale al termine di un percorso formativo costituito da una laurea almeno di primo livello in una qualsiasi disciplina, seguita da un periodo di praticantato giornalistico da svolgersi all’interno di un corso universitario annuale oppure da un master di giornalismo post laurea riconosciuto dall’Ordine.
Coloro i quali, al momento dell’entrata in vigore delle riforma, stanno svolgendo un periodo di praticantato come previsto dalla vecchia normativa potranno comunque accedere all’esame di idoneità.
Per l’iscrizione all’elenco dei pubblicisti, invece, sarà necessaria una laurea e lo svolgimento per almeno un biennio dell’attività giornalistica retribuita presso una testata regolarmente registrata.
Obbligatoria l’iscrizione a un ente previdenziale e la partecipazione ai corsi di formazione organizzati dall’Ordine in materia di deontologia professionale.
Al termine del biennio, l’aspirante pubblicista dovrà sostenere un colloquio davanti all’Ordine regionale di appartenenza.Entro due anni dall’entrata in vigore della legge, il Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti dovrà valutare l’opportunità di proseguire con le iscrizioni all’elenco dei pubblicisti.
In caso di opzione per l’albo unico, entro tre messi dalla liberazione del Cnog saranno trasferiti direttamente nel nuovo albo del giornalismo professionale tutti gli iscritti nell’elenco dei professionisti; i giornalisti che abbiano seguito un corso di formazione specifico di sei mesi, potranno accedere all’esame di idoneità.
L’esame dovrà essere riconsiderato in termini di modalità e contenuti, a cominciare dall’aggiornamento del programma e dalla creazione di un registro ad uno interno dell’ordine di giornalisti abilitati a far parte delle commissioni di esame.
Una svolta importante è rappresentata dal superamento del carattere dell’esclusività professionale, permettendo agli iscritti la possibilità di svolgere attività diverse da quella informativa al netto, ovviamente, di eventuali conflitti di interesse.
Per quanto riguarda gli uffici stampa, ciascun consiglio regionale dell’Ordine provvederà a istituire il registro degli Uffici Stampa pubblici e privati in cui opereranno solo giornalisti iscritti all’Albo.